Rispettiamo la natura degli animali… anche in vacanza | ANIMALI & ANIMALI /94

Bisogna conoscere la differenza tra animali domestici e selvatici. Il vero significato di domestico qual è? La differenza tra selvatico e addomesticato? E tra addomesticato e ferale?

0
Cervi, foto generica da Pexels

di Sara Ferrari | – Finalmente il periodo vacanziero bussa alla porta. Forse per molti è già arrivato ma la maggior parte si prepara a goderselo. In questi giorni di relax e buone vibrazioni alcuni, spero la maggioranza, porteranno con sè anche il compagno a quattro zampe e chi ne è impossibilitato avrà di certo predisposto il necessario per non fare sentire la propria mancanza. Quando siamo lontani per un po’ di tempo da casa il luogo che ci ospita viene molte volte vestito di aspettative importanti. Gli affidiamo tutto. Ci deve offrire divertimento, riposo, buon cibo, bei panorami, sano sport, nuove amicizie, tragitti scorrevoli, insomma una grande responsabilità gli consegniamo ed in questo proliferare di endorfine positive anche il nostro approcio alla vita cambia. Cambia verso le persone ed anche verso gli animali. Non sempre però la modalità scelta nei confronti del monto animale è, dando per scontato che sia per fare del bene, la più idonea. Se incontriamo un tenero e cucciolosissimo cerbiatto, grazie al tempo a disposizione ed al buon umore, può darsi che ci pervada la malsana idea di avvicinarlo, accarezzarlo, offrirgli da mangiare ma…non si deve fare. Non è giusto e soprattutto sano per il cerbiatto in questo caso. Perché?  Bisogna conoscere la differenza tra animali domestici e selvatici.

Il vero significato di domestico qual è? La differenza tra selvatico e addomesticato? E tra addomesticato e ferale?

Conoscere la differenza permette di capirli e rispettarli.

Cosa si intende per “selvatico?”

Quando pensi a un animale selvatico puoi pensare a piccoli animali come topi, ratti e uccelli o animali più grandi come lupi, tigri e cervi. Un animale selvatico è quello che attraversa la sua intera vita senza alcun umano, né direttamente né attraverso alterazioni del suo ambiente. Non si affida alle persone per il cibo o per gli altri bisogni e può infatti passare attraverso tutto il suo ciclo di vita senza mai entrare in stretto contatto o vedere un essere umano. I termini “selvaggio” e ” randagio” sono spesso usati in modo intercambiabile tuttavia, il termine “randagio” implica una precedente storia di vita a fianco degli umani e indica che un tale animale potrebbe essere in grado di ritornare a uno stato domestico con relativa facilità.

Cosa si intende per “ferale?”

Un animale che è ferale è un animale di una razza o di una specie che è stata precedentemente addomesticata ed ha il permesso di ritornare in uno stato naturale. Questo viene identificato in base alla razza. Cioè non potrà essere ferale una tigre perché appartiene ad una specie selvatica che mai è stata addomesticata mentre altri animali come cani e gatti, ad esempio, se randagi si definiscono ferali.

Cosa si intende per “addomesticato?”

L’addomesticamento di un dato animale è un processo che interferisce con il naturale ciclo vitale dello stesso attraverso la selezione artificiale. Il genere umano è abile a modificare i comportamenti di certi tipi di animali per soddisfare le proprie esigenze e offrire benefici alle persone e questo spesso inizia con una relazione simbiotica proprio con un animale, addomesticandolo appunto, e nel corso di diverse generazioni genera l’addomesticamento.

Questo processo può essere visto nella nostra storia più antica di addomesticamento di cani e gatti; i meravigliosi gatti davano beneficio agli umani aiutando a tenere sotto controllo la popolazione dei roditori. I fedelissimi cani, con la loro propensione alla caccia e alla protezione, si avvicinavano alle abitazioni umane per una fonte di cibo gratuita contribuendo nel contempo a difendere la terra dalle minacce e lavorando a fianco dei cacciatori umani.

L’addomesticamento attivo degli animali genera modifiche sia a livello mentale che a volte fisico poiché nel tempo l’animale in questione non serve solo a uno scopo per le persone ma diventa dipendente dall’uomo stesso per risorse varie come il cibo e il rifugio modificando così nei secoli parti del corpo. La maggior parte degli animali domestici che hanno più generazioni di storia vissute accanto a persone non sarebbero in grado di prosperare in natura se rilasciati e ciò è dovuto sia ai cambiamenti appresi che agli aspetti evolutivi di questa convivenza. Tuttavia, ci sono specie come gli uccelli da giardino che possono diventare abbastanza addomesticati da nutrirsi da vicino e perdere parte della loro paura delle persone ma sono ancora considerati molto lontani dal diventare addomesticati. Diciamo che la domesticazione è stata da sempre considerata un “ottimo affare” per gli esseri umani che hanno utilizzato cani, pecore, cavalli come tecnologie viventi.

In linea generale, per fare un esempio, le differenze tra cani di proprietà addomesticati, ferali e selvatici (in questo caso lupi) sono correlate ad un elemento principale: la distanza dall’uomo.

Per cui ora quando definiamo un animale selvatico dobbiamo ben ricordarci che proprio in riferimento alla sua selvaticità non dobbiamo abituarlo alla nostra presenza, non dobbiamo farlo avvicinare per dargli cibo. Per quanto sia coccoloso un cerbiatto, appunto, in quel preciso momento in cui la distanza tra noi e lui diminuisce, stiamo generando un rischio. Un rischio per la sua salute e per la sua indipendenza in natura perché purtroppo altre persone emulando questo gesto, spesso per un fine instagrammabile, lo renderanno un anello debole della sua specie con i vari rischi che ne conseguono tra cui, ad esempio, l’avvicinamento a centri abitati alla ricerca della figura umana che offre cibo con la possibilità di incidenti stradali gravi per la sua incolumità.

Il rispetto passa attraverso la conoscenza dell’altro e della sua natura.

Ad ognuno, persone comprese, la distanza che si merita.

CI RIVEDIAMO A SETTEMBRE. BUONE VACANZE

LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI DELLA RUBRICA CLICCANDO QUI

CHI SONO?

Sara Ferrari Sara Ferrari… Laurea presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Brescia come educatore e specializzazione in colloqui clinici ed attività consultoriali presso l’Università Cattolica passando per il corso di perfezionamento in Psicologia Clinica perinatale. La formazione professionale improntata agli studi psico-socio-educativi è stata applicata lavorando in servizi formativi ed educativi, in particolare in centri rivolti a minori per prevenzione del disagio ed alle famiglie per interventi di riduzione dell’abbandono scolastico. Parlo di animali con gli animali. Sono preda di amore folle per forme canine e gattose. Mi propongo di contribuire ad aiutare vite pure che spesso hanno zampe o ali.

PER SEGNALAZIONI, PROPOSTE E SUGGERIMENTI SCRIVETE A: [email protected]

La newsletter di BsNews prevede l'invio di notizie su Brescia e provincia, sulle attività del sito e sui partner. Manteniamo i tuoi dati privati e li condividiamo solo con terze parti necessarie per l'erogazione dei servizi. Per maggiori informazioni, consulta la nostra Privacy Policy, che trovi in fondo alla home page.

Lascia una risposta (la prima volta la redazione deve accettarla)

Per favore lascia il tuo commento
Per favore inserisci qui il tuo nome