L’incomprensibile immobilismo del centrosinistra a Brescia | di Claudio Bragaglio *️⃣
di Claudio Bragaglio – Si trascina da tempo un incomprensibile immobilismo nel Centro Sinistra a Brescia, con riferimento al prossimo futuro. Nonostante numerose sollecitazioni provenienti dall’interno del PD e dal Centro Sinistra. Da varie realtà sociali, civiche e –puntualmente – anche dalla Stampa locale.
La recente vicenda della Provincia ci ha consegnato il coraggio – in particolare anche del PD provinciale – d’una Coalizione ampia, con voti anche del M5S. Quando: Piano Cave, Ciclo Idrico e Depuratore del Garda si paravano di fronte come inaggirabili “cavalli di Frisia”. Ma l’esito del voto è stato comunque problematico. E tale rimane per il futuro, anche sulla Presidenza Alghisi. Come problematici sono stati gli esiti di vari Comuni – anche dell’Hinterland – che risultano allarmi finora inascoltati anche per il futuro della Città. E la stessa “Giunta dei Sindaci”.
Eppure tutte le esperienze precedenti – compresa quella del 2013 con la vittoria del Sindaco Del Bono – sono state ben preparate nel tempo con numerose iniziative, di cui però oggi non risulta traccia. Eppure, diversamente dal 2018, oggi ci si ritrova la candidatura d’un nuovo Sindaco. Con ciò che ne consegue, anche per la Coalizione. Perché, a Brescia come a Roma, molto è cambiato – rispetto al 2013 e 2018 – con liste sparite e liste nuove. Ma finora – pur sollecitato, da più parti – non si è ancora attivato un vero percorso di tavoli programmatici e di scelte politiche. Con la sensazione di “Partiti” che son sì …partiti, ma per mete ancora sconosciute.
Si confida sullo straordinario successo del voto del 2018 e sugli ottimi risultati delle Governance amministrative: dalla Giunta ed A2A con le sue risorse, al Tram ed alla Capitale della Cultura… Condizioni di valore certo necessarie, ma non sufficienti, come dimostra l’esito nel 2008 della Sindacatura di Corsini, con tante cose fatte ed il Metrò in campo, ma pure con la sconfitta contro Paroli. Per non dire poi d’una sfavorevole coincidenza nel ’23 d’un voto nazionale e regionale. D’un precario stato di salute del Centro Sinistra, nonché dell’immobilismo, anche d’un PD nel ruolo di perno dell’intera Coalizione. Sapendo che la Loggia, pur con tutti i suoi riconoscibili meriti, non può certo surrogare il campo dei soggetti politici, sociali e civici. O colmare l’afasia di laici, cattolici e sinistra.
Eppure la migliore storia bresciana avrebbe suggerito la strada maestra d’un confronto politico già da tempo aperto. E non già ora ulteriormente rinviato ai prossimi mesi. Confronto su programmi, coalizione. Con le novità già evidenziate sul fronte Renzi-Civica, Calenda ed a Sinistra. Su “rose aperte” di candidature a Sindaco e di cui si ha, da più d’un anno, riscontro sulla stampa, ma come fossero “Ballon d’essai”, con nomi anche prestigiosi di importanti realtà ed istituzioni locali.
S’è detto invece – ormai da mesi – d’una scelta ristretta alla Giunta uscente. Ci si confronti pure, magari anche in sedi proprie. Riconoscendo reali potenzialità, ma scartando l’intralcio di candidature inadeguate. Ma ci si può spingere al punto da escludere anche altre potenzialità di valore espresse dalla politica, dalle professioni o dalla società civile? Dando così – alla Città ed alla stessa nuova Coalizione in fieri – un segno pregiudiziale di chiusura, delimitando il perimetro ai soli già compresi nella Giunta uscente? Ottenendo peraltro il risultato negativo che se poi la scelta ricadesse convintamente su una candidatura interna di caratterizzarla nei termini d’una “clonazione di Palazzo”.
Anche in questo caso la nostra migliore storia è maestra. Con tale pregiudiziale ostativa Brescia non avrebbe avuto sindaci come: Trebeschi, Padula, Panella, Martinazzoli, Corsini. E pure lo stesso Del Bono che nel 2008 venne candidato in Loggia – cosa che condivisi e sostenni – dall’esterno ed in contrapposizione ad una candidatura…endogena, avanzata dal suo stesso partito.
Il Centro Sinistra in Loggia, nelle sue varie forme, ha gestito novità anche di rilievo nazionale. A volte con passaggi molto complicati. Si pensi allo scioglimento in 48 ore del Consiglio Comunale che rese poi possibile nel 1994 l’Ulivo “ante litteram” di Martinazzoli. Ma mai replicando se stessi.
Questa è la sfida per il ’23 anche del PD di Letta, che va con determinazione rafforzato, al netto di posizioni preconcette che ritroviamo spesso, come delle compagnie di giro, ospitate anche a Brescia. Consolidare il rapporto con la realtà civica di sinistra, costruito positivamente in questi anni e spostare più in là il confine della Coalizione nell’area del Centro e del Civismo. Con scelte conseguenti e con il coraggio, la lucidità e la generosità di chi guarda nel futuro e non già solo nel proprio specchio.
* Partito Democratico
** BsNews ospita opinioni di intellettuali, politici, imprenditori bresciani nell’ottica di alimentare il dibattito pubblico con pareri autorevoli: le opinioni espresse in questa rubrica non rappresentano la linea editoriale del sito, ma quella dei rispettivi autori.
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