Si fa sempre più strada l’ipotesi della natura dolosa degli ultimi incendi divampati domenica a Caino (spento ieri) e sul versante cittadino del monte Maddalena (l’intervento è ancora in corso, ma le fiamme sono sostanzialmente domate).
Chi indaga sugli ultimi fatti e sui roghi che a gennaio e febbraio hanno bruciato diverse aree verdi della provincia bresciana – da Botticino alla Valtrompia e alla Valcamonica – distruggendo decine e decine di ettari di pascoli e boschi, è purtroppo sempre più orientato verso questa idea, sostenuto ovviamente da molteplici elementi.
C’è da considerare innanzitutto che le fiamme si propagano per la maggior parte dei casi durante i fine settimana e che l’assenza di precipitazioni, combinata alla posizione delle aree in cui si sono accesi i fuochi, non può rappresentare la causa scatenante dei roghi, sebbene sia un fattore che può influire.
Ad oggi quindi le indagini proseguono per comprendere con certezza ciò che è accaduto nei boschi bresciani: Vigili del Fuoco, e forze dell’ordine, al lavoro per porre fine a questa piaga.
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