Treni a idrogeno a Iseo, Legambiente: troppo vicini alle case, sicurezza a rischio

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Un treno della Brescia-Iseo-Edolo, foto d'archivio da Legambiente

“La sicurezza dei cittadini è a rischio”. A dirlo, con una nota, è Legambiente Sebino (guidata da Dario Balotta) che commenta così la decisione della Regione di realizzare un deposito di treni a idrogeno a Iseo.

“In data 22 febbraio 2022 – spiega una nota – la regione Lombardia ha reso noto il decreto di avviso di avvio del procedimento relativo all’impianto di produzione, stoccaggio e distribuzione idrogeno per rifornimento materiale rotabile e mezzi operativi in comune di Iseo. Ferrovienord s.p.a. in qualità di concessionario della rete ferroviaria regionale, ha redatto il progetto definitivo delle opere relative al rifornimento e produzione di idrogeno nel comune di Iseo sulla linea ferroviaria Brescia – Iseo – Edolo. Il progetto interessa alcune  proprietà soggette ad esproprio o ad occupazione temporanea: si tratta di aree della stessa FNM, di strade comune di Iseo; del centro soccorso f.lli consoli snc; e dell’immobiliareVi srl. Complessivamente verrebbero occupate aree verdi inedificabili per oltre tremila mq. poste a fianco dell’attuale officina di Trenord”.

“Non era meglio prima delocalizzare l’officina per non usare nuove aree ed essere a distanza di sicurezza con il centro abitato in caso di incendio o scoppio? – incalza Balotta – Attorno a queste aree si trova un’area residenziale. Perchè rimane l’officina per treni diesel se a Rovato è prevista la realizzazione di un nuovo impianto?”.

Legambiente, inoltre, evidenzia le sue perplessità sul progetto complessivo dei treni a idrogeno. “Già la decisione di utilizzare i treni ad Idrogeno in Valle Camonica lascia perplessi per almeno tre motivi – si legge ancora – L’investimento non è accompagnato da un piano d’esercizio (nuovi orari e coincidenze) capace di rilanciare la linea che attualmente è a scarso traffico e tra le meno utilizzate della lombardia. I nuovi treni costeranno il triplo di uno stesso treno elettrico. I convogli ad idrogeno potranno raggiungere i 130 km/h di velocità massima ma la linea attualmente ha una velocità commerciale di 70 km/h. Potranno trasportare 230 passeggeri seduti ma non verranno mai occupati. Per produrre l’idrogeno servirà comunque l’uso di un combustibile fossile, il gas metano (che importiamo dalla Russia), limitandone l’efficienza e il risparmio energetico. Il progetto non è stato comparato con i costi di una eventuale elettrificazione della linea o con l’acquisto di treni elettrici a batteria”.

Ma “il problema maggiore resta quello della sicurezza. La distanza dalle abitazioni degli impianti sarebbe minima ed è stato utilizzato un dispositivo normativo il D.P.R. 151/2011: ‘Impianti fissi di distribuzione carburanti per l’autotrazione, la nautica e l’aeronautica; contenitori – distributori rimovibili di carburanti liquidi0 che non prevede la casistica della produzione di idrogeno. Attualmente non esiste una normativa di sicurezza per questo tipo di impianti per la produzione, lo stoccaggio e la distribuzione di idrogeno.In questo caso oltre che di prodotto diverso si tratta anche di una consistente quantità di idrogeno stoccata 1.500 kg. Prima andrebbe definita una nuova  normativa per la sicurezza poi si dovrebbe procedere con il progetto”.

“Pertanto – conclude Balotta – l’ubicazione dell’area all’interno nel tessuto urbano di Iseo sembra molto rischiosa. Mentre la Distanza di sicurezza esterna degli elementi pericolosi dell’impianto di soli   30 m per unità di erogazione sembra insufficiente. Un’altra criticità segno anche di una sbagliata programmazione del progetto sono i tempi eccessivi (fino al 2028) di coabitazione dei due sistemi di trazione diesel e idrogeno”,

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