Ampliamento centro commerciale Rondinelle, Confesercenti: “Le istituzioni neghino i permessi”

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Confesercenti si rivolge alle Istituzioni e alle Autorità competenti, a seguito della richiesta del Comune di Roncadelle di proposte sulla sostenibilità ed in previsione della Conferenza dei servizi del prossimo 5 Luglio, affinché venga negata l’autorizzazione per la realizzazione di una grande struttura di vendita (ben 63.216 mq di superficie di vendita, di cui 240 mq per prodotti alimentari) nel Comune di Roncadelle. Nella lettera inviata a Regione, Provincia, al sindaco del Comune di Roncadelle e ai Comuni limitrofi, l’associazione di via Salgari fa presente quanto segue:

“La domanda è presentata come ampliamento della attività esistente di 18.216 mq di superficie di vendita, con accorpamento di altre due autorizzazioni di 8.700 mq di superficie di vendita ciascuna, rilasciate da tempo a mai attivate.  Se dal punto di vista formale l’incremento di superficie appare comunque ragguardevole (+ 27.600 mq di superficie di vendita rispetto a quanto già autorizzato), di fatto l’operazione comporterebbe una crescita di 3,5 volte dell’unica  struttura oggi attiva in quel comparto, con una concentrazione di offerta veramente spropositata. Inoltre la situazione della zona vede una presenza del commercio altamente diseguale con Roncadelle che batte tutti nella quantità in rapporto agli abitanti, con la netta prevalenza per le grandi strutture di vendita”.

Attualmente Roncadelle supera la media regionale di 20 volte per le grandi strutture di vendita e di 5 volte per la superficie totale. Con l’insediamento in esame, si arriverebbe a 28 volte per le grandi strutture ed a 7 volte per la superficie totale, sorpassando con il 124% l’attuale dotazione di grandi strutture di vendita della Città di Brescia, rispetto alla quale Roncadelle, per abitanti, rappresenta il 5%.  È evidente che quella annunciata è un’operazione che non trova alcun riscontro nelle necessità della popolazione locale, ma che risulta finalizzata a peggiorare ulteriormente i dati sulla polarizzazione commerciale svolta da Roncadelle e dalle grandi strutture di vendita di questo Comune.

 La Regione Lombardia sul commercio ha attivato una specifica programmazione  commerciale, con aspetti legati anche all’urbanistica. Molti dei Comuni coinvolti fanno parte di distretti del commercio riconosciuti dalla Regione, nati per salvaguardare la presenza di un servizio commerciale di prossimità, diffuso nei nuclei urbani, che rappresenta la migliore soluzione per la sostenibilità sociale, territoriale ed ambientale.

 Non deve distrarci la disponibilità dei proponenti a farsi carico dell’allargamento della tangenziale per 1,200 km, nel tratto di stretto interesse alla nascente struttura. Le politiche di contrasto all’inquinamento vedono Roncadelle collocato nella zona critica di Brescia. Nelle relazioni si fa riferimento alla presunta raggiungibilità del sito con i mezzi pubblici.Per Confesercenti è contraddittorio adottare dei provvedimenti limitativi del traffico e contestualmente procedere ad autorizzare strutture che movimentano svariati milioni di auto all’anno. È allora forse troppo chiedere coerenza? Non vorremmo che si stia affermando una curiosa teoria: sono le vetture che vanno nei centri urbani ad inquinare l’aria, mentre quelle che si recano presso i centri commerciali, per motivi scientificamente ignoti, la depurano.

Tutti insieme questi argomenti dovrebbero convincere la Regione ad assumere una posizione contraria. Non possiamo però nascondere la perplessità per l’atteggiamento che sembra  assumere la Provincia di Brescia, ente che ha dedicato ingenti risorse per dotarsi di un PTCP che esclude questa tipologia di insediamenti commerciali e che invece di far valere e difendere la propria progettualità, appare più interessata a coniugare le varie esigenze in campo.Un appello vogliamo rivolgerlo anche ai Comuni limitrofi e di primo impatto. Ci deve essere la consapevolezza che la qualità urbana, rappresentata anche dalle vetrine illuminate, non sarà mai compensata da risorse o da interventi spot che i richiedenti possono mettere sul piatto. Non si dimentichi che contrastare il degrado urbano – rappresentato anche dai negozi abbandonati – richiederà tante risorse, certamente superiori ai vantaggi ridotti ed immediati che in questa fase si possono ottenere. Per l’andamento finora registrato nelle conferenze dei servizi, la possibilità di vittoria non è per niente scontata, ma è però certo che la rinuncia a combattere prima ancora che inizi la battaglia, porta alla sconfitta sicura. Confidiamo pertanto che sia la Regione, sia la Provincia che i Comuni circostanti, sappiano dire un NO forte e chiaro alla nascita di un Centro commerciale di cui non si avverte alcun bisogno. Dopo tante discutibili approvazioni, sarebbe un bel segnale verso la tutela del territorio, dell’ambiente e del piccolo commercio indipendente.Pertanto in relazione alla comunicazione del Comune di Roncadelle del 22 giugno 2012, Prot. 12371 – 08/04, con la quale si chiede di formulare proposte sulla sostenibilità, comunichiamo che per Confesercenti la migliore sostenibilità consiste nel negare l’autorizzazione richiesta e nel non rinnovare in futuro le due autorizzazioni rilasciate di 8.700 mq ciascuna in quanto mai attivate.

 

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