(a.t.) La legge, come noto, obbliga tutti coloro – sindaci e consiglieri – che si candidano alle prossime elezioni amministrative in un Comune con più di 15mila abitanti a pubblicare on line (sul sito della coalizione o delle liste) curriculum e certificato penale. E stabilisce per chi non rispetta il vincolo multe dai 12mila ai 120mila euro.
Tutto chiaro. Salvo le virgole, che però rischiano di inficiare la sostanza. La prima premessa, infatti, è che i certificati di cui è richiesta la pubblicazione sono, secondo l’interpretazione prevalente, quelli ad uso elettorale: dunque privi di pendenze che non hanno effetto sull’elettorato attivo e passivo. A Rovato ad esempio, durante il vaglio della commissione prefettizia, sarebbero emersi anche precedenti di rilievo per alcuni candidati, ma – poiché irrilevanti ai fini dell’elettorato – nel certificato pubblicato questi precedenti non compaiono e le pendenze risultano dunque “nulle”. Di sicuro è giusto così, ma resta da capire se questo non rischi di inficiare lo spirito del provvedimento. La seconda questione – più rilevante ai fini pratici – è che la legge obbliga i candidati-sindaci ad avere un sito. Ma non a farlo sapere, almeno a quanto risulta. Dunque capire quali sono i siti dei candidati non è facile e il rischio che l’obbligo di legge venga rispettato tramite un sito web noto solo a chi lo ha realizzato è forte.
Fatta questa premessa, non tutti forse hanno rispettato l’obbligo di legge nel Bresciano. A Rovato, infatti – per fare un esempio – almeno un candidato sindaco non avrebbe un sito (con relativi certificati): così risulta a BsNews, che ha fatto lunghe ricerche senza riuscire a trovarlo. Ma, se anche il sito ci fosse e fosse colpevolmente sfuggito a chi scrive, la certezza è che è difficile capire come un elettore possa trovarlo.
Infine c’è il capitolo delle maxi-sanzioni previste dalla legge. Il nodo, siamo in Italia, è sempre lo stesso. Verranno applicate oppure no? Siccome nel pentolone italiano il problema toccherà tutti i partiti o quasi, le sanzioni – nel nome della casta – verranno date e poi cancellate con un condono periodico, come è spesso avvenuto per le multe per affissioni abusive? Chi di dovere vigilerà sul rispetto della legge. Ma poi, forse, qualcuno dovrà vigilare su quelli che le leggi le scrivono.
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