I vigneti bresciani crescono nonostante le difficoltà: superati i 5.800 ettari | I DATI
Il settore del vino sta vivendo una situazione molto complessa a causa delle conseguenze dell’epidemia di Covid-19 e del lungo lockdown che ha paralizzato il settore “horeca” (alberghi, bar, ristorazione, enoteche), attivo nuovamente solo da lunedì scorso.
“Il comparto – afferma Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia -, come dimostrano i dati del 2019 raccolti dal nostro ufficio studi, sta acquisendo sempre maggiore importanza all’interno del panorama agricolo della nostra provincia e per questo la nostra organizzazione si è mossa in tutte le sedi istituzionali per un sostegno al mondo del vino: se questo settore entra in crisi, per Brescia ci saranno conseguenze gravi dal punto di vista economico, occupazionale, paesaggistico e turistico”.
Per quanto riguarda il 2019, dopo gli exploit produttivi dell’anno precedente, la vendemmia è tornata su valori più ordinari con un generale calo della produzione di uva. La difficile stagione meteo ha inciso negativamente: i ritardi vegetativi causati da una primavera fredda e piovosa e le grandinate estive hanno determinato una contrazione che in alcune zone è arrivata sino al 30%.
L’uva vendemmiata nel 2019 – con riferimento alle produzioni Doc/Igt – si è fermata a poco più di 519mila quintali, contro gli oltre 653mila del 2018.
Continua invece a crescere il vigneto bresciano che supera ormai i 5.800 ettari (più 200 ettari rispetto all’anno precedente), solo considerando le superfici rivendicate per i vini a denominazione di origine. A fare da padrona resta la Franciacorta (2.600 ettari), incalzata dal Lugana che arriva a scavalcare la soglia dei 2.000 ettari.
Il solo giro d’affari delle uve, da una stima basata sulle quotazioni rilevate dalla Camera di commercio di Brescia, ammonta a 77 milioni di euro, con una lieve contrazione di prezzi.
“Nel 2019 – spiega Francesco Franzini, vicepresidente del Consorzio Franciacorta – i nostri vitivinicoltori hanno riscontrato le stesse difficoltà climatiche che accompagnano ormai quasi tutti gli ultimi anni, ossia la troppa pioggia concentrata in poco tempo o la prolungata carenza di acqua. Al di là della produzione sotto alla media in termini quantitativi – prosegue -, da un punto di vista qualitativo abbiamo registrato la vendemmia più interessante degli ultimi cinque anni”.
Ora il settore del vino, al termine di questo lockdown, ripone le proprie speranze nella ripresa del settore horeca: “Durante il periodo della chiusura delle attività – continua Franzini -, le uniche aziende che hanno salvato il fatturato di questo 2020 sono quelle che hanno stretto rapporti commerciali con la grande distribuzione organizzata: come Consorzio, stiamo studiando strategie di supporto per tutti i nostri associati, senza però cadere nella tentazione di svendere il nostro prodotto che da sempre si è contraddistinto per qualità”.
“Il settore del vino lombardo, essendo caratterizzato da un posizionamento medio-alto – commenta Andrea Peri, presidente della Federazione di prodotto vitivinicola di Confagricoltura Lombardia e viticoltore bresciano – trova nel canale horeca una delle principali destinazioni dei flussi commerciali: in questo momento stiamo avendo quindi ripercussioni pesantissime soprattutto per quanto riguarda la liquidità delle imprese; chi riceve un ordine adesso, con la ripresa delle attività di ristorazione, incasserà solo a fine luglio, mentre i costi continuano a correre, soprattutto per la gestione della campagna e della cantina. Inoltre – prosegue Peri – il consumo di vino sta tenendo in Italia per quanto riguarda la quantità, mentre sta calando sul fronte del valore e questa non è una buona notizia per i produttori lombardi. Confagricoltura – conclude il responsabile della Frp vitivinicola – si è mossa subito per discutere con il ministero l’attivazione di misure di emergenza come quella della vendemmia verde, della riduzione obbligatoria delle rese o della distillazione, orientate ad evitare che nel 2020 ci sia un surplus di prodotto vendemmiato che metterebbe in crisi le aziende sul fronte dei prezzi: è ora fondamentale una ripartenza decisa del canale horeca in Italia e all’estero per permettere di superare questa grave crisi”.
VIGNETI BRESCIANI, I DATI SULLA PRODUZIONE
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