Il Gruppo industriale Lucchini RS aveva deciso autonomamente di interrompere le proprie attività produttive in Italia a partire dal 13 marzo, in largo anticipo rispetto alle disposizioni del Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 22 marzo. Ora ha deciso di ripartire. Ma la reazione dei sindacati è stata dura, con l’annuncio di ben 11 giorni di sciopero.
“La ripartenza avverrà con gradualità e limitatamente al solo soddisfacimento delle esigenze di continuità di tali filiere definite essenziali e strategiche. Più in dettaglio, da sabato 4 aprile riprenderà l’attività di acciaieria a passo ridotto, mentre dalla prossima settimana saranno riavviate, sempre a turnistica ridotta, alcune produzioni ferroviarie di Lovere e poche altre attività produttive in Lucchini Mamé, a Cividate Camuno”, scrive l’azienda in una nota.
Ma i lavoratori e i sindacati hanno reagito duramente. I dipendenti con Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm -Uil dell’alto Sebino hanno proclamato l’astensione dal lavoro fino al 13 aprile per contrastare la decisione dei vertici aziendali. Una decisione presa “dopo diversi incontri e ore di discussione e dopo aver proposto come mediazione di far rientrare al lavoro esclusivamente quei lavoratori che volontariamente avessero deciso di riprendere l’attività ”
“Purtroppo – replica l’azienda in una nota – le Organizzazione Sindacali territoriali hanno ritenuto di non voler responsabilmente condividere una scelta difficile ma indispensabile per garantire la continuità di fornitura ai settori strategici individuati con precisione dal Decreto, insistendo strumentalmente sulla richiesta di lasciare totale discrezionalità alle persone se presentarsi volontariamente o meno al lavoro. È ovvio che tale scelta renderebbe impossibile pianificare i turni di lavoro e comporre le squadre in sicurezza. Non avendo avuto l’avallo da parte aziendale a una linea simile, che avrebbe in pratica compromesso la possibilità di una ripartenza, se non rischiando l’incolumità delle persone e l’integrità degli impianti, le OOSS hanno preferito dichiarare uno sciopero di 11 giorni, fino al termine dell’attuale DPCM.La Direzione aziendale ne ha preso atto, con rammarico”.
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