di Ottavio Di Stefano* – 39 a stamane. 39 sono i medici ed odontoiatri che sono mancati e, mentre scrivo, continua inesorabile questo triste stillicidio.
Chi se ne è andato? Non vi è distinzione fra territorio ed ospedale, la morte non la conosce.
Quanti sono gli operatori della salute ammalati? 6.205 al 25 marzo (Epicentro ISS). Non disponiamo di dati precisi. Un solo dato è certo. Si sono ammalati gli ospedalieri, i medici ed i pediatri di famiglia, i medici di continuità assistenziale, i medici dell’organizzazione e gli infermieri e tanti altri.
La falce COVID-19, ancora, non fa differenze.
Per favore non chiamateli eroi.
Siamo di fronte ad un evento di dimensioni eccezionali e dalle conseguenze devastanti. Nessuno di noi, anche chi è vecchio del mestiere, ha conosciuto nella propria vita professionale una situazione paragonabile a quella che stiamo vivendo.
Aspetti clinici, microbiologici ed epidemiologici non hanno una definizione consolidata e la letteratura si confronta con dati recenti di diversa origine e con le conseguenti ovvie difficoltà di interpretazione e diffusione. Impariamo a conoscere la malattia settimana per settimana, addirittura giorno per giorno.
E medici e tanti altri hanno pagato ammalandosi o perdendo la vita.
Per questo sono insopportabili, i tuttologi, i media che cercano non di capire, ma di trarre dal dramma la notizia che buca lo schermo e fa aumentare lo share.
Gli ospedali con uno sforzo immane sono diventati tutti COVID. I medici del territorio si sono dovuti adattare a nuove regole, quasi contro natura. Non è davvero facile sostituire la relazione, la visita, con il telefono, ma queste modalità, del prendersi cura a distanza, trovano riscontro nelle linee guida internazionali.
ATS, anche su proposta di questo Ordine, ha diffuso indicazioni di comportamento dei medici di famiglia (v. allegato) basate sulla letteratura più validata, che consentano di individuare, sì via telefono purtroppo, i segni clinici di allarme ed i provvedimenti conseguenti.
Tutti ci domandiamo quando finirà. Non abbiamo, al momento, dati predittivi affidabili.
E’ in questo fiume di incertezze è comprensibile che la Gente sia disorientata, spaventata.
Siamo tutti sulla stessa barca e cerchiamo, tentiamo, di remare tutti nella stessa direzione anche se non conosciamo bene le correnti e i fondali del fiume che navighiamo.
Rinviamo le doverose analisi critiche, sia tecniche che politiche, al dopo “morbo”.
Noi, per nostro conto, dobbiamo lavorare, studiare ed aggiornare le nostre modalità di intervento.
Questo è l’unico modo per dimostrare, senza clamori, in silenzio, il rispetto a chi, facendo il nostro stesso lavoro, ci ha lasciato.
* Presidente Ordine dei Medici di Brescia
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