Hanno negato tutto: dai maltrattamenti all’uso del nome di Sana Cheema come minaccia.
Mamma, papà e fratello delle quattro ragazze pachistane accusati di averle maltrattate per indurne una ad un matrimonio combinato sono stati interrogati dal giudice, ieri, ma hanno respinto ogni accusa.
I tre dovrebbero rispondere di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e induzione al matrimonio. Le indagini avevano preso avvio dopo che le ragazze si erano rivolte al pronto soccorso della Poliambulanza in agosto.