La questione politica e i cattolici, ma quali? | di Elio Marniga
di Elio Marniga – I cattolici? Una rinnovata questione politica? A Brescia qualcuno ne parla; io un poco mi spavento. Un quotidiano ospita l’auspicio favorevole di Paolo Corsini, cultore della materia, e lo sottolinea poiché “la sfida è quella di superare l’irrilevanza dei cattolici come tali nella politica italiana”.
Sul Web Claudio Bragaglio si fa prendere dall’entusiasmo e già vede possibili sbocchi positivi, per il PD naturalmente. Io oso dire tutta la mia perplessità. Anche se, per un bel po’ di tempo, ho militato, a livelli infimi, intendiamoci, nella DC.
I Cattolici! Quali? Indistintamente tutti quelli che riconoscono il magistero della Chiesa? Per rimanere a Brescia, Massimo Gandolfini del Family Day e Roberto Rossini dell’Acli? Scherzo, naturalmente; poiché sia Corsini che Bragaglio, cresciuti politicamente nel PCI, anche se magari non comunisti, sanno bene che ormai i Popolari e loro derivati non rappresentano più quella “fase necessaria del processo di sviluppo del Proletariato italiano verso il Comunismo.” E neppure si riferiscono a quel “cattolicesimo democratico che fa quello che il Socialismo non potrebbe: amalgama, ordina, vivifica e si suicida.” Cose vecchie, dell’altro secolo, finite; e loro lo sanno. Tutti lo sanno.
Quindi “non è più attuale un partito cattolico”, che secondo me non è mai neppure esistito. Allora dove guardare per “superare l’irrilevanza dei cattolici in politica”?
Sappiamo in quali situazioni precarie si trovano le istituzioni cattoliche. L’associazionismo cattolico, una volta fornitore medagliato di quadri per il partito, ora dà spazio, e non tutti i giorni, solo a qualche intellettuale, che poi rimane nel caldo di casa; gli oratori…beh, lasciamo perdere.
Pur in tale situazione i cattolici, il voto dei cattolici, è ricercato e sia Corsini che Bragaglio lo vedono solo indirizzato verso il PD ulivista che, forse, verrà. La loro “pretesa” viene dalla convinzione che i “cattolici democratici” siano nostalgici di quando “erano” e che ora siano tutti tifosi di quel povero Francesco che è venuto dai confini del mondo e che sta facendo uno sforzo enorme per fare della Chiesa l’unica cosa che possa mantenerla in vita a lungo: una grande, la più grande, la meglio organizzata ONLUS. Ma a questa ONLUS sono chiamati a partecipare non solo i cattolici, non solo i cristiani ma tutti gli uomini: nessun privilegio per il PD. No, i “cattolici democratici” hanno fatto la loro parte, ed ora non ci sono più, neppure a Brescia
E allora che fare? Che può fare il PD, che se ne sta da mesi sul travaglio e che non sa ancora se partorirà o abortirà, dato che i medici che gli stanno addosso hanno idee abbastanza contrastanti? Che fare? Io certo non ho risposta, ma so che se il PD non parla a chiara voce e non mette alla base delle sue proposte politiche di azioni concrete valori universali da tutti riconosciuti, continuerà a fare piccolo cabotaggio, magari con la sola speranza che una grossa nave da crociera a cinque stelle gli lanci una gomena da traino fino ad ormeggiarla alla prima bitta perché non intralci la navigazione.
P.S. – Io, modestamente, una scala di valori che vorrei fosse del PD l’avrei anche, ma temo possa non essere gradita ad una città conformista come Brescia e quindi taccio.
P.P.S. C’ho ripensato. Non me ne importa se la mia proposta non è gradita ai conformisti e quindi elenco i tre valori, elencati secondo uno stretto rapporto di valore, sui quali il PD dovrebbe costruire la propria politica: Vita – Libertà – Giustizia.