“Cose colorate”? Acri: non ce l’avevo con gli stranieri, ma con le famiglie arcobaleno
“Nessuna polemica sulla questione degli immigrati, le mie parole erano rivolte a fenomeni come i gay pride e le famiglie arcobaleno”. A precisarlo – intervistato da BsNews.it – è il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Gianfranco Acri, che risponde così alle polemiche suscitate dal suo primo intervento in Loggia, in cui aveva parlato di “cose colorate in città”.
Un passaggio che molti hanno letto come un riferimento agli stranieri, non senza reazioni (qui quella, provocatoria, di Claudio Bragaglio). Ma che Acri spiega in tutt’altra maniera.
“Non ce l’avevo affatto con gli stranieri”, sottolinea Acri, “faccio il medico (urologo, ndr) e per missione mi occupo di tutti indipendentemente dal colore della pelle. Inoltre lavoro molto all’estero, in particolare in Romania ed Albania, e molti dei miei migliori amici sono proprio immigrati. Non sputerei mai nel piatto in cui mangio. E sono convinto che chi fugge dalla guerra vada aiutato a prescindere, anche andandolo a prendere per evitargli la tragedia dei viaggi sulle carrette del mare”.
“Ciò a cui mi riferivo”, continua il consigliere di Fratelli d’Italia, “è ben altro. Quando ho pronunciato quelle parole pensavo al gay pride, alle famiglie arcobaleno, alle adozioni omosessuali e a tutte quelle manifestazioni che ritengo di cattivo gusto e che indignano anche molti miei amici gay”. Insomma: polemica chiusa sugli immigrati e nuova polemica in vista con il mondo Lgbt.