Souad, gli investigatori al lavoro su telecamere e vestiti dell’ex marito
Il cadavere non si trova. Ma gli investigatori sono certi che – lo scorso 3 giugno – il marito abbia ucciso, in maniera premeditata, la 29enne Souad Alloumi, madre di due figli piccoli. Mettendola poi in un sacco nero e portandola in auto in un luogo in cui si è liberato del cadavere.
Per questo, in assenza del corpo e di confessioni dell’uomo (che si trova in carcere), le forze dell’ordine sono al lavoro soprattutto su due direttrici.
Da una parte ci sono gli spostamenti del 50enne, che – dopo aver caricato il corpo in auto – si sarebbe diretto verso Ovest: non è chiaro se al termine di via Milano l’uomo abbia proseguito verso via Vallecamonica oppure verso la tangenziale in direzione Sud. Ma il suo viaggio prima di rincasare a Seniga (nella Bassa), stando agli elementi in possesso degli investigatori, sarebbe durato ben tre ore. Dove è finito il corpo? Il sospetto è che sia stato sotterrato o buttato in in qualche fiume.
Oltre all’analisi delle telecamere stradali (l’uomo non aveva con sè il cellulare), però, le forze dell’ordone stanno lavorando per trovare prove materiali dell’omicidio. Al momento sarebbero spuntati solo alcuni capelli della donna all’interno del baule dell’auto dell’ex marito. Mentre sono incorso accertamenti tecnici sulle scarpe e sulla tuta da lavoro che indossava, nella speranza di trovare altri elementi utili.
Il movente dell’omicidio, invece, sarebbe chiaro: l’imminente causa di separazione e le denunce della donna per maltrattamenti e violenza sessuale a carico dell’uomo.