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Rifiuti sotto la tangenziale di Orzinuovi, Legambiente: tenere alti i controlli

“Una soluzione di buon senso, ma non si abbassi la guardia sui controlli e sulle analisi dei materiali”. Così Legambiente si esprime sui nuovi controlli sui materiali sotterrati sotto la tangenziale di Orzinuovi.

Dal sigilli posti dalla Procura al cantiere nel dicembre del 2010, sono passati 7 anni, e il tratto di tangenziale che collega Orzinuovi e Orzivecchi è ancora sotto sequestro per la presenza sotto l’asfalto di rifiuti pericolosi e scorie non trattate. Nel sottosuolo, infatti, erano state trovate diverse concentrazioni di bario e cromo oltre i limiti di legge e materiali che non rispettavano il capitolato d’appalto.

Dall’epoca si sono susseguiti controlli e oggi durante la conferenza stampa che si è tenuta in Provincia a Brescia si è delineato il quadro che permetterà finalmente di mettere fine alla vicenda in merito alla decontaminazione dei 4 km di tangenziale. A tal proposito Legambiente Orzivecchi e Bassa Bresciana spiega con una nota di aver “avanzato all’amministrazione provinciale la richiesta di accertare l’esatta entità dei materiali sotterrati nel sedime della tangenziale procedendo con campionamenti e analisi approfondite, rimuovere il materiale contaminato, evitare di liberare nell’aria inquinanti durante le operazioni di rimozione e informare i cittadini tempestivamente sulle procedure messe in atto”.

«Il danno ambientale, per il momento, sembra scongiurato ma non dobbiamo abbassare la guardia – sottolinea Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – In particolare chiediamo che vi siano più approfonditi accertamenti sulle scorie presenti nei punti dove sono stati individuati dei valori superiori ai limiti, per evitare che gli inquinanti arrivino ad intaccare la falda acquifera. Pertanto chiediamo che nei prossimi anni si continui a fare analisi, con cadenza semestrale, sull’acqua raccolta nei piezometri. Inoltre chiediamo di poter seguire i lavori sul sottofondo stradale e che questi vengano svolti sotto attento e continuo monitoraggio, anche realizzando prove di cessione sui campioni prelevati in corso d’opera, perché permangono dei rischi di dispersione di sostanze nocive che devono essere gestiti con il massimo della trasparenza e dell’informazione ai cittadini».

Durante l’incontro  sono stati mostrati i risultati delle analisi dell’acqua raccolta nella decina di piezometri installati dalla Provincia a monte e valle del percorso in oggetto: “i dati sono confortanti – spiegano gli ambientalisti – tranne per alcuni punti che mostrano dei superamenti dei limiti consentiti, sui quali il settore ambiente della Provincia ha disposto nuove analisi. Le scorie, circa 800.000 metri cubi di rifiuti, andrebbero totalmente rimosse, ma l’operazione un costo molto elevato, di 12 milioni, senza contare l’impatto ambientale dell’azione di 2.500 camion in loco per il trasporto dei materiali.

«La Provincia di Brescia si è dimostrata intenzionata a risolvere il problema.
La proposta di rielaborare il sottofondo, rendendolo compatibile con la normativa ci sembra un compromesso accettabile per la conclusione di un’annosa vicenda che speriamo faccia da monito a coloro che in futuro intendessero utilizzare le scorie e materiali pericolosi nei cantieri stradali», ha aggiunto Gabriele Pellegrini del circolo di Legambiente Orzivecchi e del circolo Bassa Bresciana.

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Redazione BsNews.it

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