Walter Pescara, tra beat e poesia | MOSTRAMI UNA MOSTRA/33
di Enrica Recalcati – La location, fortemente evocativa, ti introduce ad una mostra capace di stupire. Si tratta di un percorso visivo di 80 metri lineari lungo le pareti del bunker di Via Odorici, 6/B nel Carmine cittadino, utilizzato come rifugio durante la seconda guerra mondiale.
Un percorso espositivo dedicato a poeti e intellettuali, nel pre-sessantotto col movimento Fluxus e nel nuovo millennio, in America e nel mondo. Quaranta foto di grande formato curate e disposte, in un crescendo emotivo, da Albano Morandi e Walter Pescara.
Walter Pescara, autore degli scatti, mi accompagna passo dopo passo facendomi vivere le foto. Sembra di viverle, di entrare nelle immagini che sono spaccati di vita quotidiana o descrizioni di eventi particolari. Lawrence Ferlinghetti, Fernanda Pivano, Jack Hirschman, Agneta Falk, Alejandro Jodorowsky, Charlotte Moorman, Paul Polansky e Gregory Corso.
Tutto il fermento della beat generation attraverso le immagini dei poeti e il continuo avvicendarsi di messaggi di pace, di amore, di disarmo.
Le immagini raccontano, spiegano, dipanano un percorso di vite dedicate a ideali non violenti, di personaggi coerenti e coraggiosi, nel sostenere opinioni dal forte impatto sociale.
«Non conosco il vero motivo per il quale da ventanni continuo a fotografare i poeti. Nessun committente mi ha chiesto di farlo e lunico sostentamento di questa ricerca è il piacere di passare un po di tempo con loro, così come andare a scuola, a scuola di vita», mi confida Walter Pescara. Ha documentato alcuni aspetti della vita dei poeti, perché non ci si dimentichi di loro. Incuriosito dalla loro vita e affascinato dalla potenza delle loro parole, Walter Pescara li ha fotografati «per trasformare il loro sentire in disegni di luce.
Questa mostra è il risultato di una ricerca realizzata tra il 1999 e il 2016. Le foto, stampate su carta semplice, non hanno sequenza cronologica, ma sono quasi appunti di viaggio.
Nelle immagini appare spesso Fernanda Pivano, una donna che ha avuto un ruolo importante nella scena culturale italiana. Amica di Cesare Pavese e di Ernest Hemingway, ha tradotto noti scrittori americani, scritto narrativa e saggistica e sarà proprio la Pivano a scoprire e divulgare i più importanti poeti della beat generation.
Lawrence Ferlinghetti, ritratto davanti al faccione del Mostaciùdelle Cossere, di origini bresciane, perde i genitori in tenera età, e conduce una vita avventurosa e nomade che lo porta dallAmerica allEuropa per studiare e perfezionarsi in poesia.
Viene fotografato da Walter Pescara mentre cerca a Brescia la casa paterna, la trova, ma viene arrestato per disturbo alla quiete e clandestinità.
Vive a San Francisco ed è uno dei poeti più letti e tradotti al mondo.
Mi soffermo su la City lights col book store di San Francisco, mi rapisce lo sguardo il reading poetico di Jack Hirschman al Mart di Rovereto, il Lost and Food famoso pub a San Francisco dove hanno esordito i Led Zeppelin, Paul Polansky seduto in poltrona che accarezza il suo cane nella sua casa in Serbia, Ferlinghetti che lancia valanghe di foglietti poetici dal Palazzo Ducale di Genova.
Infine Gregory Corso con Bomb, otto metri di tela per la sua particolare poesia, scritta nel 1958 dopo aver assistito ad una dimostrazione contro la bomba atomica.
In modo ironico e provocatorio, denuncia luso della violenza. la rabbia e lodio della guerra. Chiude la mostra unimmagine di Charlotte Moorman musicista violoncellista che suona utilizzando come cassa di risonanza logiva di una bomba, alla quale lartista ha applicato delle corde di violoncello. Sono stordita dal significato profondo delle immagini, dalla potenza degli sguardi, dai personaggi apparentemente disordinati, trasandati, sciatti. Mi trasmettono invece lordine di una passione interiore che altro non è che amore per la vita.
La mostra, ad ingresso libero, è visitabile sabato e domenica dalle 15 alle 20, fino all8 dicembre.
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LA GALLERIA FOTOGRAFICA DELLA MOSTRA
Le immagini della mostra scattate da Enrica Recalcati per BsNews.it