Le premesse per rilanciare l’aeroporto di Montichiari, senza fare passi più lunghi della gamba, ci sono. Ma ora sono attese alla prova dei fatti. E’ quanto emerso, in estrema sintesi, dal maxiconvegno che si è tenuto lunedì sera al municipio di Montichiari per discutere del futuro dell’aeroporto D’Annunzio.

Un appuntamento con un parterre davvero d’eccezione. Erano presenti, infatti, Marco Bonometti (presidente di Aib), Pier Luigi Mottinelli (presidente Provincia di Brescia, con i consiglieri Diego Peli e Gianbattista Groli), Carlo Vezzini (presidente della Provincia di Cremona), Alessandro Pastacci (presidente della Provincia di Mantova), Enrico Marchi (presidente Save, principale socio della società che controlla il D’Annunzio), Mauro Parolini (assessore regionale), Emilio Del Bono (sindaco di Brescia), Giuseppe Ambrosi (presidente della Cdc) e Mario Fraccaro (sindaco di Montichiari.

“Per fine anno, al massimo entro l’avvio del 2017”, ha spiegato Marchi, “si inizieranno a vedere i voli. Anche se all’esterno si vede poco, stiamo lavorando molto per rendere competitivo l’aeroporto di Montichiari. Anche attraverso la costituzione di nuove infrastrutture: ad esempio abbiamo già attivato un bando per la costruzione di un deposito carburante, perché oggi un pieno al D’Annunzio costa mediamente 5mila euro in più di altri aeroporti”.

Ottimista anche Marco Bonometti. “Io e Marchi parliamo la stessa lingua”, ha sottolineato, “con lui è possibile collaborare in maniera positiva. Qualche ragionamento sul piano industriale l’abbiamo già fatto: l’aeroporto è un’azienda e la prima questione è quella della sostenibilità. Montichiari deve svilupparsi e sostenersi”, ha aggiunto, “se questo non accadrà entro un periodo di tempo non lungo anche gli industriali abbandoneranno il progetto per sempre”.

Sul fronte politico, invece, Parolini ha sottolineato che “quella da Torino a Venezia può diventare di fatto un’unica area metropolitana, a patto che i tempi di percorrenza lungo l’asse si riducano. Brescia sarà centrale in questo contesto se per spostarsi verso gli estremi ci vorrà al massimo un’ora, altrimenti rimarrà periferia”. Di qui l’importanza del rilancio del D’Annunzio, anche se per Mottinelli “la giunta regionale si muove in un’altra direzione rispetto alle parole del bresciano Parolini” e bisogna “convincere Maroni a demalpensizzarsi”. Infine Del Bono, che ha sottolineato la fiducia a Marchi, “anche se siamo rimasti scottati dalle precedenti gestioni”. Ma per la Loggia “rimane ancora da vedere se la fermata della Tav sarà a Montichiari o a Brescia”.

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Redazione BsNews.it

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