Il fortunato progetto di inclusione pensato Acli, Caritas e consiglio di quartiere di Sant’Eufemia per “occupare” , senza stipendio né contributi, i profughi ospitati all’hotel Mille Miglia di Brescia potrebbe essere replicato anche in altre zone della città.
A Sant’Eufemia i profughi, muniti di ramazza e sacco nero, sono stati affiancati da due volontari ciascuno e, come racconta il Corsera di Brescia, due volte a settimana, girano i punti caldi del quartiere – oratorio, scuola, chiesa, etc – pulendo le strade dai rifiuti abbandonati dalla gente.
Inoltre, secondo il piano di Acli, Caritas e consiglio di quartiere, presto potrebbero anche fare altro, vale a dire entrare nelle case dei residenti per piccole sistemazioni a domicilio. In cambio gli organizzatori chiedono alle famiglie di accompagnare in città i profughi per fargli conoscere Brescia.
Non è la prima volta che Brescia sperimenta forme di collaborazione gratuita da parte dei profughi ospitati in città. Eì’ ciò che succede già per il cimitero Vantiniano, dove alcuni profughi una volta a settimana mantengono siepi e vialetti puliti. L’esperimento è andato bene e sarà presto allargato anche al cimitero San Francesco di Paola, zona Sant’Eufemia, a quelli di Mompiano e di via Volta.
Una volta finito il percorso di studi per imparare l’italiano (i profughi la mattina frequentano le lezioni) il progetto prevede per loro l’individuazione di un lavoro regolarmente pagato.
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