Ritardando l’entrata in vigore della direttiva comunitaria che recepiva una decisione dell’Onu che consente l’export di armi solamente dopo il rilascio di autorizzazioni ministeriali, i governi tedesco, belga e francese, attenendosi alle vecchie regole, avranno tre mesi di vantaggio sull’Italia per continuare a presidiare i mercati.
Non altrettanto è accaduto in Italia dove, dopo il recepimento passivo della direttiva UE dell’aprile 2012 senza che poi venissero predisposte le norme attuative e senza un accordo con gli altri produttori europei, si sta invece mettendo in grossa difficoltà l’industria armiera bresciana che, dopo l’entrata in vigore del decreto 258, è invece costretta a richiedere al ministero degli Interni le autorizzazioni all’export che prima venivano rilasciate dalla Questura.
“Si è così generata una situazione gravissima – commenta il presidente di AIB Marco Bonometti – che ancora una volta penalizza il settore, mettendone a rischio i posti di lavoro e dimostrando nuovamente che è sempre più difficile fare impresa in Italia. Nonostante innumerevoli interventi di AIB, ad oggi non abbiamo risposta e ora non ne possiamo più. L’eccesso di norme continua a non considerare che il mercato non aspetta e gli spazi lasciati vuoti da chi non è tempestivo nell’accoglimento delle commesse vengono così occupati da altri. Un esempio? Una richiesta di esportazione presentata da un’azienda bresciana il sette ottobre è ritornata in Valle Trompia il 9 dicembre, due mesi più tardi, effetto di una burocrazia che lavora fuori dai tempi dettati dal mercato. Occorre sottolineare che le nuove regole nulla hanno aggiunto alla sicurezza e alla tracciabilità delle transazioni commerciali, già estremamente controllate e sicure con il precedente impianto legislativo”.
Degli effetti pesantissimi che il decreto sta generando sull’industria armiera bresciana si è parlato ieri in un incontro in Prefettura, in cui il problema è emerso con attenzione particolare alla perdita di competività ad ai conseguenti rischi di chiusura di aziende e di messa in libertà per mancanza di spazi nei magazzini, ormai pieni di merci in attesa dei permessi di export.
Alla riunione in Prefettura hanno partecipato alcuni sindaci della Valle, che hanno denunciato con forza la situazione drammatica in cui si trovano diverse famiglie in Val Trompia a causa di questa situazione.
E poi le anime belle dei giornalisti me dei politici si chiedono perchè la gente è arrabbiata. Abbiamo una classe politica corrotta, che è supportata da una burocrazia INCAPACE e farraginosa , che NON è in grado di aiutare lo sviluppo economico. Anzi, l’impressione è che il loro lavoro sia solo quello di "creare" problemi alla gente che lavora!!!