Con una deliberazione unanime, nei giorni scorsi il Consiglio comunale lonatese ha votato il completamento dell’iter per l’istituzione della Denominazione comunale d’origine per i prodotti locali come l’òs de stòmech, un salume che si produceva una volta nelle campagne di Lonato e veniva consumato nei momento di festa, direttamente nei campi, durante la trebbiatura e la vendemmia. Nella ricetta lonatese, precisa Marino Damonti, ristoratore e membro della commissione istituita dal sindaco per le Deco, «si usa l’osso dello sterno, messo per un giorno intero a marinare “en visiù”, in un mix di vino rosso e sale, pepe, aglio, cannella e noce moscata. Quindi l’osso deve essere tagliato a pezzi con il coltello e insaccato nella vescica del maiale insieme all’impasto di carne, precedentemente preparato, con parti suine magre e grasse, spezie e grappa giovane. L’insaccato viene quindi legato per ottenere otto spicchi, forato e asciugato. Si gusta dopo almeno due ore di cottura in acqua bollente». Altro piatto tipico di Lonato sono anche i raperonzoli, un’erba spontanea che si usa per insaporire risotti minestre, insalate.
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