La crisi ha lasciato le aziende senza liquidità? Gli imprenditori della Valcamonica provano a risolvere il problema introducendo una “nuova” moneta: camuno. In realtà definirla moneta è scorretto, almeno nel senso comune del termine. Meglio parlare di moneta complementare, ossia di un titolo utilizzabile da chi deciderà di aderire al circuito di aziende immaginato dall’associazione Camuno.Net, fondata poco tempo fa da tre imprenditori della Valle Francesco Bonomelli, Stefano Brangi e Marco Contessi. Il meccanismo di scambio è semplice. Se una commessa viene pagata, per esempio, con 1000 euro, l’ottanta per cento viene corrisposto in euro e il restante 20 per cento in moneta camuno. I 200 camuno d’avanzo possono essere utilizzati per fare altri acquisti, ma solo all’interno del circuito di aziende che avrà sposato la moneta complementare. In sostanza diventa un modo per mantenere una maggiore liquidità all’interno delle aziende e permettere un riciclo di denaro all’interno del territorio camuno. Una bella sfida, ma che sarà possibile realizzare solo quando almeno un centinaio di aziende si saranno associate, non prima. Una sfida che però gli ideatori sono sicuri di vincere, e nemmeno in troppo tempo.
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