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Giovani Pd, altre dieci firme per chiedere il cambiamento

Serve un ricambio nella classe dirigente. A invocarlo sono dieci giovani del Pd bresciano (Michele Bondoni, Miriam Cominelli, Michele Cotti Cottini, Marco Santina, Eugenia Giulia Grechi, Mattia Datteri, Barbara Bonetti, Agostino Mastaglia, Luca Rigamonti, Francesco Esposto) che – in una lettera – si richiamano esplicitamente alla missiva scritta qualche settimana fa dal presidente di Cogeme Gianluca Delbarba, dal sindaco di Roncadelle Michele Orlando e dall’assessore alle Attività produttive di Orzinuovi Michele Scalvenzi.

ECCO IL TESTO DEL COMUNICATO

Egregio Direttore,

nei giorni scorsi abbiamo visto persone di ogni età riempire le piazze romane, per brindare alla caduta di Berlusconi. Eppure non ce l’abbiamo fatta a lasciarci andare all’entusiasmo. La storia consiglia prudenza ma anche la volontà di cambiare pagina velocemente, guardando al futuro. Il rilancio del Paese sarà lungo e impegnativo. La ripresa deve vedere soprattutto protagonisti i giovani con nuove energie, coraggio, entusiasmo e idee. Alcuni giorni fa questa Rubrica ha ospitato il contributo di tre giovani amministratori pubblici bresciani sui temi della crisi, sulla svolta da imprimere all’economia, sul rinnovamento nella vita pubblica italiana: insomma, sul futuro del nostro Paese. C’è bisogno di spunti, di idee, di stimoli proprio come quelli proposti da Delbarba, Orlando e Scalvenzi nella loro lettera, ripresa poi anche in autorevoli commenti.

Della lettera e del dibattito che ne è scaturito ci hanno colpito due aspetti.

Il primo: a fronte di uno spunto consegnato all’opinione pubblica bresciana sulle ragioni e possibili risposte alla crisi che attraversa l’Europa e in particolare l’Italia, è stato sufficiente evocare un ricambio della classe dirigente, che subito molti, anche all’interno del nostro PD, hanno ridotto la questione a una bega tra “rottamatori” e “conservatori”. Ma così facendo c’è il rischio di banalizzare questo tema nell’ennesima disputa correntizia interna o in una sterile crociata generazionale. A noi ad esempio fa piacere che la svolta degli ultimi giorni abbia rafforzato, a vario titolo, la credibilità e la leadership di figure non proprio di primo pelo come Napolitano, Monti e Bersani. Ma con altrettanta convinzione pensiamo si debba lavorare perché il prossimo Governo abbia un’età metà decisamente più bassa di quella attuale (67 anni!), oltre che una rappresentanza di genere davvero paritaria.

È giusto che i giovani possano provare a indicare una strada. La crisi attuale è anche la misura del fallimento di una classe dirigente. Non di tutta, certo, ma di una sua parte. Quella classe dirigente che – nella politica come nel sistema finanziario e bancario – non ha pensato alla prossima generazione ma solo al prossimo appuntamento elettorale, in Italia e all’estero (si pensi al paventato referendum greco o all’indebolimento dell’Europa portato avanti dalle destre).

Il secondo: le proposte contenute nella lettera sono davvero condivisibili. Pare poco, ma in giorni confusi come quelli che il nostro Paese sta vivendo, provare a ragionare su soluzioni concrete di politica economica è utile per il confronto pubblico e per far maturare – anche nei cittadini – la consapevolezza che si può uscire dalla crisi con idee nuove, che non ripropongano come medicina le cause stesse che hanno portato all’attuale malattia del sistema economico-finanziario. Le recenti manifestazioni giovanili di contestazione “a prescindere” del Governo Monti non ci convincono né pensiamo intercettino il sentire comune: in una larga fetta della società italiana s’è aperto un credito di speranza. Certo è che specie le giovani generazioni attendono cambiamenti profondi, a partire dalla lotta contro quella precarietà di lavoro e di vita che coinvolge tanti di noi: operai interinali, impiegati cocopro, praticanti degli studi professionali, conviventi senza alcun riconoscimento legale, figli di migranti senza cittadinanza, studenti alle prese con un sistema formativo non all’altezza…. Ci auguriamo che il Governo Monti possa avviare un’azione di discontinuità rispetto alle politiche degli ultimi anni, ma sappiamo che la svolta vera non potrà che arrivare da un centrosinistra deciso e rinnovato.

Come recentemente ha dichiarato Nicola Zingaretti: “Le resistenze al cambiamento sono forti, ma più forte è l’energia che può sprigionare, oggi, da un pensiero sinceramente innovatore. Per questo abbiamo bisogno di aprire un dibattito vero, non dentro un partito o uno schieramento politico, ma dentro il corpo vivo della società, fuori da noi”. Preziosa è in tal senso l’ospitalità che anche gli organi di stampa bresciani possono dare a queste discussioni, magari coinvolgendo voci originali e fuori dal coro.

Firme:

  1. Michele Bondoni

  2. Miriam Cominelli

  3. Michele Cotti Cottini

  4. Marco Santina

  5. Eugenia Giulia Grechi

  6. Mattia Datteri

  7. Barbara Bonetti

  8. Agostino Mastaglia

  9. Luca Rigamonti

  10. Francesco Esposto

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Redazione BsNews.it

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