Un coltello da cucina, con il manico in legno e la lama seghettata lunga 15 centimetri. Che dopo l’assassinio è stato lavato e riposto nel cassetto, appunto, della cucina. Ma da chi?
Trovata l’arma del delitto gli inquirenti al lavoro per risolvere il giallo dell’omicio di Capriolo, nella villetta di via Roma dove è stato ucciso Giuseppe Zani, si stanno ora concentrando sugli eventuali complici di Maurizio, reo confesso dell’assassinio.
Il figliastro di Giuseppe dopo 15 ore di interrogatorio ha confessato l’omicidio. Davanti agli inquirenti però avrebbe detto di aver lasciato il coltello sporco di sangue sul letto di morte di Bepi, coltello che invece è stato trovato, pulito, riposto in un cassetto della cucina. I tecnici dei carabinieri hanno utilizzato il luminor per individuare l’arma del delitto, e avrebbero trovato anche segni di sangue nel lavandino e nelle condutture, segno che l’arma è stata lavata in casa. Già, da chi? La possibilità è che qualcuno in casa sappia tutto, o addirittura abbia assistito all’assassinio. Oggi la madre dell’assassino, e compagna della vittima, verrà sentita in caserma.
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