Il sito longobardo di Brescia inserito nel Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Una notizia, è inutile dirlo, bellissima per la città, una notizia che avrà però solo oggi l’ufficialità da parte Ministero della Cultura. Ancora prima dell’ufficialità però, assieme alla soddisfazione e all’orgoglio di ciò che l’investitura rappresenta, si registra una polemica bell’e buona tra l’ex sindaco Paolo Corsini e l’assessore alla Cultura Andrea Arcai.
Di chi è la paternità dell’investitura? Per l’ex sindaco è tutta sua, essendo, la procedura dell’Unesco, stata attivata durante il suo mandato. Per Arcai ovviamente i meriti vanno riconosciuti a sé stesso, essendo stata bocciata la prima candidatura corsiniana ("Italia Langobardorum centri religiosi e di culto"), riproposta poi col nome "I longobardi in Italia – Centri di potere".
Non solo: Corsini afferma che "funzionari romani" del ministero gli avrebbero riferito delle cattive performance di Arcai durante le presentazioni dei progetti; Arcai invece ricorda le figuracce degli assessori di Corsini in trasferta a Roma.
Dove sta la verità? Nel buon lavoro portato avanti dalla Fondazione Cab. Nella "caparbietà" del non abbattersi dopo la prima bocciatura della candidatura. E infine nella sostanza stessa della candidatura: in queste cose la politica non entra, se la città si è meritata il riconoscimento lo deve alla sua storia, alla stratificazione di architettura, arte, religione. Abbiamo la fortuna di avere questo patrimonio. Salvaguardiamolo.
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