Bragaglio plaude al Pd: Paroli si dimetta

L’esplicita richiesta di dimissioni del Sindaco Paroli, avanzata dai vertici provinciale, cittadino e dal gruppo consiliare del PD, rappresenta un gesto politico coraggioso ed anche da parte mia pienamente condivisibile. Un atto politico coerente, inoltre, con tutta la battaglia condotta dal PD sull’intera vicenda delle Carte di credito, contro gli abusi di vari Assessori e del Sindaco stesso.

Paroli ha assunto in questi mesi un atteggiamento sfacciato d’impunità ed ha praticato gesti gravi di ritorsione, come quello nei confronti de “il Giorno”, definito dal Sindaco un giornale di gossip, meritevole neppure d’essere comperato – per disposizione del Sindaco stesso – dagli Assessori della Loggia.

Il maldestro tentativo dell’on. Paroli di nascondere le divisioni interne alla Giunta, anche sulla questione del pagamento – con il far fronte di tasca sua all’intero importo delle Carte di Credito dei singoli Assessori – rappresenta un’aggravante politica. Essa infatti evidenzia da una parte la responsabilità del Capo dell’amministrazione che non ha vigilato per se stesso e per gli altri, dall’altra è il tentativo di nascondere le divergenti reazioni degli Assessori, divisi tra chi vuol cedere e chi vuol resistere alla decisione della Corte dei Conti.

A nulla vale il tentativo di ridurre il carattere esplosivo assunto dalla vicenda, e che va ben oltre il valore dell’importo, in quanto la Giunta ha negato di dire la verità alla città e di riparare in corso d’opera al suo errore, ammettendo almeno l’irregolarità. Ed ha accusato l’opposizione di demagogia.

Adesso di fronte ad un evidente peculato reagisce in modo scomposto. Sbandando.

A nulla vale dire – come fa Paroli – che la richiesta di dimissioni del PD è “un semplice gioco delle parti”. Se una cosa è chiara dalle dichiarazioni fatte è che il PD non sta giocando affatto nel suo ruolo di opposizione e che la richiesta delle dimissioni è semplicemente vera, convinta e forte.

Così tutti hanno potuto leggerla sulla stampa.

A nulla vale far intendere obliquamente, da parte di esponenti della giunta, che dopotutto sia questo un modo per aiutare lo stesso Paroli a sbrogliare la matassa del difficile rimpasto di Giunta. Magari per coinvolgere una parte dell’attuale minoranza in Loggia, che dovrebbe entrare in Giunta per puntellare un Paroli traballante nel bel mezzo d’una buriana che lo ha così pesantemente delegittimato.

Tentativi maldestri, questi, di parare un colpo assestato dal PD su un tema di correttezza ben evidente a tutti i cittadini e che mi sembra frutto di una convinzione maturata alla luce ormai di varie vicende: dal bonus bebè, alle operazioni urbanistiche di cementificazione, e alla vicenda della revoca degli amministratori di A2A, dallo svuotamento del centro storico all’incapacità di affrontare le problematiche sociali ed ambientali. Fino alle recenti vicende riguardanti i lavoratori migranti sulla gru, drammaticamente radicalizzate da una politica insensata di esasperazione promossa dalla Lega e fatta propria da Paroli.

Senza dimenticare, infine, che sul piano della correttezza permane irrisolto ed aggravato il fatto che il Sindaco è anche parlamentare, non potendo né sapendo svolgere né l’uno né l’altro di questi impegnativi compiti, ma la cui scelta è dettata esclusivamente – anche qui per una questione di soldi – dal fatto di preferire lo stipendio di parlamentare (15 mila euro mensili), ovvero il doppio di quanto percepirebbe come sindaco.

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Redazione BsNews.it

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