Prosegue la protesta dei cinque immigrati appollaiati sulla gru, a 30 metri d’altezza, nel cantiere di piazzale Cesare Battisti. I manifestanti (due pakistani, un egiziano, un indiano e un marocchino) non hanno alcuna intenzione di scendere fino a che non vengono accolte le loro tre richieste: l’apertura di una trattativa con il ministero dell’Interno per risolvere la questione del permesso di soggiorno (tanti irregolari nel 2009 hanno presentato la domanda, e 500 euro, per regolarizzarsi e non hanno più avuto risposta), la possibilità ri-allestire il presidio di protesta permanente e la garanzia di nessuna ritorsione nei confronti di chi è salito sulla gru.
Ieri un cittadino è salito per portare del cibo caldo ai cinque. E sotto la gru è arrivato anche il comunicato diffuso da padre Mario Toffari, responsabile dell’Ufficio Diocesano Pastorale per i migranti. Padre Toffari scrive che la protesta è sacrosanta, e il diritto di manifestare va garantito a tutti purchè sia legale e non violento.
Oggi dovrebbero ripartire i lavori nel cantiere, ma nessuno sa se partiranno veramente.
a.c.