Macogna, il Pd provinciale: soddisfazione e preoccupazione per il sequestro
Con una nota il responsabile Ambiente del Pd Angelo Bergomi e la coordinatrice del circolo di Cazzago Mariateresa Castellini intervengono sul recente sequestro della discarica Macogna di Cazzago esprimendo soddisfazione per il lavoro della magistratura, ma anche preoccupazione per la salute dei cittadini.
ECCO IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO:
E’ con un misto di soddisfazione e preoccupazione che apprendiamo della notizia del sequestro giudiziario della discarica presso il sito della Macogna a Cazzago S.M. operato dalla magistratura qualche giorno fa, dopo oltre 150 giorni di presidio dei cittadini. Da un lato vediamo che, seppur per via giudiziaria, la tutela di una zona martoriata da decenni di dissennato sfruttamento del territorio porta a dei risultati dopo tanti anni di battaglie e di progetti promossi dalle amministrazioni comunali sostenute anche dal Partito Democratico, a suo tempo. Dall’altro siamo preoccupati del fatto che, nonostante autorizzazioni stringenti, le analisi dei conferimenti sembrino testimoniare superamenti dei limiti consentiti per alcuni parametri.
In attesa di conoscere l’esito ufficiale delle analisi ARPA sui conferimenti, analisi che auspicheremmo più celeri, esprimiamo forte il nostro convincimento che per questo sito sia d’obbligo un recupero ambientale risarcitorio che non può essere una discarica, magari la prima di una serie. Le amministrazioni comunali della zona nel 2010 avevano ipotizzato un progetto di Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS). Si riparta da questo, lo si aggiorni alle nuove condizioni ambientali (da lì passano anche Brebemi e TAV) e si arrivi a un progetto condiviso con i territori per restituire ai cittadini un ambiente vivibile, non l’ennesimo problema con cui convivere. Non dimentichiamo la lunga storia degli illeciti compiuti nel sito della Macogna: da escavazioni abusive a ritombamenti non autorizzati, da opere di compensazione mai realizzate da imprese in alcuni casi fallite senza restituire alla comunità le opere a cui le loro autorizzazioni a operare erano soggette ecc. La vicenda della Macogna evidenzia come vada rivisto e potenziato il sistema dei controlli sia nell’ambito delle attività estrattive che in quello dello smaltimento rifiuti. Meno autocertificazioni degli operatori e più frequenti verifiche a sorpresa in campo delle autorità competenti. Come PD lo stiamo chiedendo da tempo. Questo vuol dire investire in competenze e indipendenza degli enti per legge chiamati a vigilare, a garanzia delle comunità che ospitano attività impattanti come queste ma anche a tutela degli operatori onesti. Da anni il PD riporta periodicamente all’attenzione del consiglio regionale il tema: basterebbe approvare una nuova legge regionale sull’attività estrattiva che dia garanzie sulla programmazione dei quantitativi di inerti da estrarre da un lato e sulla certezza dei recuperi dall’altro. Da troppo tempo le proposte di modifica della legge susseguitesi nel tempo giacciono all’attenzione della giunta (la prima è addirittura del 2004!). E’ assurdo vedere che su un bacino come la Macogna per cui il piano cave provinciale prevede un recupero “ad uso naturalistico e/o ricreativo e a verde pubblico attrezzato” insista la possibilità di una discarica. Sul caso specifico della discarica alla Macogna auspichiamo, inoltre, che si faccia chiarezza sui conferimenti già avvenuti con l’accertamento delle eventuali responsabilità in attesa di un giudizio di merito del TAR (sarà nel 2016) che renda giustizia a un territorio a cui già troppo è stato chiesto in termini ambientali.
Angelo Bergomi Responsabile Dipartimento Ambiente Federazione PD Brescia MariaTeresa Castellini Coordinatrice Circolo PD Cazzago S.M.