Il mondo dei lettori bresciani è in lutto per la scomparsa di Costanzo Gatta, una delle firme più note del giornalismo bresciano. Se l’è portato via un male rapidissimo: aveva 83 anni.
Uomo coltissimo, Gatta era innanzitutto giornalista e scrittore: nel sistema bibliotecario bresciano sono be 164 i titoli a suo nome. Ma era anche drammaturgo, regista e musicista.
Figlio d’arte (il padre Alfredo lavorava al Giornale di Brescia), era diventato giornalista nel 1967 (alle Olimpiadi di Monaco, fu lui il primo giornalista al mondo il rapimento degli atleti della nazionale israeliana) e aveva lavorato alla Voce del Popolo, passando poi al giornale milanese La Notte. Quindi aveva diretto un settimanale e, brevemente, Telenord. Dopo la pensione, infine, si era rimesso in pista con il dorso bresciano del Corriere della Sera.
Amante di Brescia, a cui sono dedicati la maggioranza dei suoi scritti, Gatta ha anche pubblicato una trentina di testi per il teatro ed è stato tra i fondatori della Loggetta.