Capacità di reagire alla crisi, Brescia è nella top ten
Brescia? Di fronte alla crisi è una delle Province più reattive d’Italia. A dirlo è l’ultimo studio del Sole 24 ore, che ha analizzato la capacità di fronteggiare la difficile congiuntura economica di diversi territori italiani, premiando in particolare l’asse dell’ex Repubblica Serenissima e le città emiliane. Anche se per la Leonessa non mancano gli elementi di criticità, a partire da un tasso di disoccupazione che non accenna a diminuire nonostante i timidi segnali di ripresa del manifatturiero e da un mercato immobiliare ancora troppo fermo rispetto alle attese.
La classifica
Nella classifica stilata dal quotidiano milanese, il territorio bresciano conquista una più che onorevole ottava posizione su 103 province italiane, con una capacità di reazione quantificata in 70,5 punti su un scala che va da 0 a 100. La palma di territorio più reattivo va alla vicina provincia di Bergamo. Seguono, nella graduatoria, le province di Modena, Reggio Emilia, Verona, Bologna, Venezia e Udine. Mentre l’ultimo posto, un po’ a sopresa, va ad Aosta con soltanto 22,1 punti su 100 e il triste primato di essere l’unica città del Nord Italia nelle ultime dieci posizioni.
I dati bresciani
I dati bresciani, in verità, si prestano a un’analisi complessa e non è tutto oro quello che luccica. Brescia è al vertice in particolare nella graduatoria relativa ai depositi bancari, guidata da Siena: qui – tra il 2013 e il 2016 – l’aumento è stato del 26,1 per cento, oltre 4mila euro a testa, con un deposito pro capite che passa da 16.873 euro a 21.280 euro (ovviamente con la media del pollo di Trilussa…). Significativo anche il dato della produzione di rifiuti pro capite (la Leonessa è sesta in Italia): parametro utilizzato ovviamente per misurare in maniera concreta lo stato di salute dei settori produttivi. In questo caso la crescita è stata di circa 40 tonnellate, passando da 684,7 tonnellate a 720,6 t pro capite (prima è la provincia di Vercelli). Bene anche il reddito medio pro capite dei bresciane (28.263 euro, più 4,8 per cento) e il rapporto tra giovani e laureati (con un significativo più 12,4 per cento). Ma entrambi questi valori restano significativamente al di sotto delle migliori province italiane. Male, invece, il tasso di disoccupazione, che cresce – se pure di poco – arrivando fino a quota 8,6 per cento.
I parametri
Lo studio del Sole 24 Ore tiene conto di una decina di parametri, analizzati dai ricercatori per il periodo tra il 2013 e il 2016. Tra i valori di riferimento c’è l’andamento del reddito pro capite, quello dei depositivi bancari e il costo delle abitazioni: valore determinante per stabilire lo stato di salute del mercato immobiliare (e quindi dell’intero sistema economico). Ma nell’indagine del quotidiano economico ci sono anche altri parametri significativi che i ricercatori hanno ritenuto di valutare, come l’acquisto di automobili e la spesa per beni durevoli. Ancora ci sono: i prestiti personali e i prestiti on line, il tasso di disoccupazione, la spesa per farmaci, il numero di laureati e la produzione di rifiuti pro capite.