All’idea di partire ti vien da svenire? Niente paura: i sali sono a portata di mano! | BRESCIA VISTA DALLA PSICOLOGA
Se c’è soluzione perché ti preoccupi?
Se non c’è soluzione perché ti preoccupi?
(Aristotele)
intervista di Irene Panighetti a Doriana Galderisi* – Non vedo l’ora di andare in ferie… ma è proprio così? Da un recente sondaggio commissionata da Facile punto it a mUp Research e Bilendi 6 persone su 10 in Italia (cioè 28 milioni di soggetti) temono i ladri mentre sono in ferie, mentre il 33% degli intervistati è impensierito dai danni da maltempo. Preoccupazioni che, anche nel bresciano, hanno un forte fondamento, poichè i disastri ambientali negli ultimi mesi si sono susseguiti e, per quel che riguarda i furti in casa, le ultime vacanze di Natale hanno visto una decisa crescita, dopo la flessione avvenuta durante la pandemia.
.Dottoressa Galderisi, nella sua lunga esperienza ha mai avuto a che fare con la “paura da vacanza”? Se sì quali i principali timori?
Buongiorno a lei dottoressa Panighetti e grazie per il tema proposto che, data la stagione, è proprio… a tema!
Nella mia esperienza sono venuta a contatto più volte con la paura da vacanza, che, peraltro, affliggeva anche il padre della psicanalisi! Eh sì, perché lo stesso Sigmund Freud provava questo tipo di ansia che denominava Reiseangst, ovvero quella che, in psicologia, si definisce “odofobia”.
Quando si parte, oltre alla voglia di scoprire località e situazioni nuove, al desiderio di svagarsi, rilassarsi e divertirsi, spesso si aggiungono alcune preoccupazioni, anche nei viaggiatori più rodati. Tutto ciò è dovuto ai racconti o alle notizie che si sentono dai media, dai furti in casa alle truffe in vacanza, a volte dipende da ricordi personali negativi, esperienze negative… ma non solo questo.
Infatti un ruolo non di poco in questo scenario della “paura di partire” è stato giocato dalla pandemia, che ha prodotto una sorta di “panico indotto”, cioè di ansie e di forti timori relativamente ad eventi proprio, per l’appunto, come è stata la pandemia. In altre parole è aumentata la paura di ammalarsi, ma il caso vuole che c’è anche chi si ammala davvero: nella mia esperienza personale non è infrequente sentire delle persone che raccontano di che cosa si ammalano quando vanno in ferie, e magari sono persone che durante l’anno non prendono nemmeno un raffreddore! Si tratta di un fenomeno che è stato definito “leisure sickness” ovvero “mal di vacanza”: non si tratta di un vero e proprio disturbo, ma di condizione momentanea che può comparire in caso di sovraccarico da stress, ma che comunque spesso rovina il tempo dello svago e delle vacanze.
Un altro aspetto da considerare è legato proprio all’etimologia stessa del termine “vacanza”: che deriva da vacans, vacante, vuoto, libero. Questa condizione da un lato è piacevole perché significa libertà dagli impegni, dal lavoro, dalla routine, ma dall’altro è meno gradevole perché rimanda alla paura del tempo vuoto, una sorta di horror vacui (cenofobia).
Perché si generano queste paure? La vacanza non dovrebbe essere, al contrario, un momento di relax e benessere anche dal punto di vista psicologico?
I meccanismi sono tanti e alcuni intuitivi.
Dapprima sentire così di frequente notizie di furti in casa, di aggressioni magari violente, di danneggiamenti provocati da maltempo o da rotture di impianti idrici o elettrici non aiuta sicuramente a stare tranquilli e alimenta la cosiddetta Fond, “fear of not doing enough”, cioè la paura di non aver fatto abbastanza per mettere al sicuro la propria casa e aver ben organizzato il viaggio. Per esempio, per quel che riguarda la propria abitazione, si può pensare di non aver controllato bene prima di partire le luci (per la serie: “le ho spente tutte?”) il gas, il frigorifero, la televisione ecc…Oppure può insorgere il timore di non aver preso con sé in valigia qualcosa di cui si pensa di non poter fare a meno, da un farmaco allo smartphone. Tutto ciò crea stress ancor prima di partire e non rende serena una vacanza.
Un altro fattore che si è manifestato da dopo la pandemia è legato al cosiddetto “revenge travel”, ovvero il voler viaggiare per il solo fatto che adesso si può mentre in pandemia era vietato e quindi occorre rifarsi del tempo perso. Un tale approccio mentale alla vacanza non va certo nella direzione del vivere un’esperienza serena, libera cioè dall’idea di dover a tutti costi, o dimostrare o conquistare qualcosa.
E poi c’è anche un altro aspetto che a volte sottosta alla paura della vacanza, ovvero il timore, l’ansia, per l’intimità, lo stare insieme al o alla partner per molto più tempo rispetto a quello che si trascorre insieme nella routine quotidiana. Quando ciò si verifica, viene da sé l’interrogarsi sul benessere della coppia, sulla qualità della relazione diventi sicuramente un aspetto da considerare attentamente perché potrebbero esserci legami che non funzionano più così bene, o situazioni dove c’è qualche cosa di inespresso nel rapporto.
Che cosa si può fare, quali suggerimenti possono essere utili per affrontare e superare queste paure?
Sono diverse le azioni e le strategie che si possono attuare: le forze dell’ordine e le istituzioni, incluse quelle sanitarie e anche nella nostra città, all’inizio di ogni tradizionale periodo di ferie (quelle estive o quelle di Natale per esempio), propongono delle informazioni di base per cercare di evitare furti in casa o malanni non previsti: per esempio le istituzioni sanitarie consigliano vaccinazioni per chi si reca in certi Paesi, mentre le forze dell’ordine raccomandano di non scrivere sui social della propria assenza da casa, per non diffondere l’informazione che la nostra abitazione è disabitata.
Ma a tutte queste raccomandazioni pratiche, andiamo ad aggiungere delle strategie di tipo psicologico.
Dapprima se ci si accorge che l’estate non è proprio la stagione in cui stiamo meglio (ricordiamo che esiste un disturbo dell’umore che va sotto il nome di “mal d’estate”, o summertime sadness), in cui viaggiamo volentieri, è bene cercare di programmare la vacanza in altri periodo, oppure darsi mete vicine, valorizzando le possibilità presenti vicino a noi: la nostra Italia, ma anche la nostra città e provincia sono ricche di bellezze e di perle nascoste da scoprire!
Va attentamente considerato come il non andare in ferie non rappresenti una “sconfitta” o una condizione di inferiorità; le vacanze non dovrebbero essere considerate come uno status symbol: non c’è nessuna vergogna o disonore nel dire che non si è fatta una vacanza perché costava troppo o perché non ci si sentiva “in vena di partire”.
Un altro suggerimento è quello di adottare la “strategia del come se”, di anticipazione, ovvero immaginarsi gli scenari del viaggio che ci intimoriscono quando ancora si è casa o nella propria confort zone. Per esempio chi ha paura di volare, o di andare in nave, può iniziare a prendere confidenza con l’azione temuta guardando tutorial, documentari, video, per avere tutte le informazioni dettagliate sul mezzo, sulle vie di fuga, sulle modalità da mettere in atto in caso di emergenza.
Lo stesso può essere fatto nei confronti del luogo dove si andrà: prendere informazioni prima è utile per fare una pianificazione delle possibilità che si avranno e che si sceglierà di sfruttare, capire che cosa si vuole davvero fare e che cosa valga la pena di fare. In tal modo anche è più facile mettere da parte i timori, creare aspettative positive e lasciare spazio al desiderio di avventura. Perché, come sosteneva l’attrice Judy Garland, “La paura è la qualità di chi non toglie le ragnatele dal soffitto, temendo che cada il soffitto”.
Nel ringraziarvi per l’attenzione vi auguro… buone vacanze!
Ps: dopo questo articolo ci sarà una pausa di un mese per la mia rubrica. Ci ritroveremo a settembre!
(Rubrica a cura della dottoressa Doriana Galderisi, nella forma di dialoghi con la giornalista bresciana Irene Panighetti).
CHI E’ DORIANA GALDERISI?
Doriana Galderisi è padovana d’origine e bresciana d’adozione: lavora nel campo della psicologia da più di 27 anni con uno studio in via Foscolo, a Brescia. Esperta in: Psicologia e Psicopatologia del Comportamento Sessuale Tipico e Atipico, Psicologia Criminale Investigativa Forense, Psicologia Giuridica, Psicologia Scolastica, Psicologia dell’Età Evolutiva, Neuropsicologia. Esperta in psicologia dello sport iscritta nell’elenco degli psicologi dello Sport di Giunti Psychometrics e del Centro Mental Training. E’ inoltre autorizzata dall’ASL di Brescia per certificazioni DSA (Disturbi specifici di Apprendimento). E’ iscritta all’Albo dei CTU, all’Albo dei Periti presso il Tribunale Ordinario di Brescia e all’Albo Esperti in Sessuologia Tipica e Atipica Centro “il Ponte” Giunti-Firenze.
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