Arriva in tribunale lo scontro all’interno del partito dei Verdi bresciani, che da anni vede contrapposte – a colpi di voti e di impugnazioni formali – due anime opposte del partito.
La contesa, come noto, ha conosciuto momenti particolarmente duri, come quando – a inizio del 2023 – il portavoce Salvatore Fierro era stato commissariato in seguito all’annuncio di non voler appoggiare Laura Castelletti alle imminenti comunali. Una mossa a cui erano seguiti ricorsi e, un anno dopo, il ritorno di Fierro alla guida del partito.
Tutto finito? Affatto, perché durante la campagna elettorale per le ultime elezioni europee un altro militante storico, Danilo Scaramella, aveva fatto ricorso al giurì per far decadere Fierro dall’incarico perché – secondo statuto – sono consentiti al massimo due mandati consecutivi, mentre Fierro sarebbe al terzo (in realtà, secondo l’altro fronte, si tratterebbe del secondo mandato, perché Europa Verde è un nuovo soggetto politico, nato solo nel 2021).
Il giurì, quindi, ha accolto il ricorso di Scaramella, passando la palla alla direzione nazionale, che ora ha il compito di stabilire i tempi per la decadenza (stavolta comunque non servirebbero commissariamenti, visto che esiste già una co-coordinatrice: Elisa Minelli). Ma Fierro ha già annunciato che farà ricorso al Tribunale, nel nome del principio – stabilito da una precedente sentenza – per cui il giurì non può esprimersi senza il preventivo consenso unanime degli iscritti o almeno quello dello stesso socio da giudicare.
Insomma: la guerra all’interno dei Verdi prosegue. Il partito inneggia alla pace, ma quella interna sembra lontanissima…