Lunedì 1 luglio dalle ore 18,30 alle ore 19,30 si terrà un’ora di silenzio in largo Formentone a Brescia. Un’iniziativa promossa dal Movimento Nonviolento Brescia e da Pax Christi Brescia a sostegno della manifestazione “The time is now”, che si svolgerà nello stesso momento a Tel Aviv.
La manifestazione è indetta da oltre 50 associazioni israeliane ed associazioni miste, composte da ebrei, arabi, israeliani, palestinesi, che uniti da un obiettivo comune: pace, sicurezza e rispetto reciproco, chiedono: “una risoluzione politica del conflitto che garantisca i diritti di entrambi i popoli all’autodeterminazione, alla sicurezza, alla dignità e alla libertà”.
“Nonostante le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – si legge ancora in una nota – le richieste della Corte Internazionale di Giustizia, le pressioni e negoziati di governi, di stati e di autorità religiose ancora non si è arrivati al Cessate. La conta dei morti continua ogni giorno, da otto mesi. I 2,3 milioni di palestinesi che vivono nella Striscia di Gaza sono vittime di un assedio e di bombardamenti continui, in fuga da una città all’altra e da un campo profughi all’altro, privati pure dell’assistenza umanitaria. Una violenza ed una vendetta cieca che non salva neppure gli ostaggi del 7 ottobre e che oramai si è estesa in ogni parte e confine di Israele e della Cisgiordania. In ogni famiglia di entrambe le comunità non resta che uno scenario di sole macerie, lutti, lacerazioni e muore la speranza di una soluzione politica del conflitto”.
“Dobbiamo riprendere in mano la pace – sottolineano i promotori dell’iniziativa – ricostruire un grande fronte internazionale di società civile al fianco di israeliani e palestinesi uniti contro la guerra e per la pace giusta, capace di rompere le barriere e gli ostacoli che impediscono di lavorare insieme. Uniti dal reciproco rispetto, dal riconoscimento del diritto dell’altro di esistere in pace ed in sicurezza, con uguali diritti. Insieme per obiettivi condivisi: il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e dei prigionieri, il riconoscimento dello stato di Palestina, la fine dell’occupazione, l’applicazione delle risoluzione delle Nazioni Unite, del diritto internazionale ed umanitario”.