Rischia di finire davanti ai giudici del Tar l’esito delle elezioni comunali di Sirmione. Come noto, il sindaco uscente Luisa Lavelli – dopo aver rotto con il centrodestra ufficiale – ha deciso di ricandidarsi e l’ha spuntata per soli 15 voti sul candidato Marcello Bertoldi (a capo di una civica “senza collegamenti diretti o indiretti con i partiti”), e di 31 sul portabandiera del centrodestra, Roberto Campagnola.
Ma nel mirino degli sconfitti sono finite diverse presunte irregolarità durante il voto, alcune delle quali messe a verbale dai presidenti di seggio. In particolare sotto osservazione ci sarebbero diverse decine di voti espressi con matite non ministeriali.
Bertoldi, in un’intervista a Bresciaoggi, ha parlato di “ipotesi di ricorso concreta”. Mentre Campagnola ha spiegato che prenderà la decisione entro un paio di giorni.
La certezza è che, al momento, Lavelli si troverà a governare il Comune con una percentuale di consenso particolarmente bassa. L’affluenza, infatti, è stata del 65,4%, tra le più basse della provincia, con 2.273 astenuti. Che sommati ai 2.776 che hanno scelto gli altri due candidati e alle schede bianche/nulle fanno sì che Lavelli governerà – salvo ricorsi – la città con il sostegno di poco più di un avente diritto al voto su cinque (21,4% del totale).