▼ Vino, alla scoperta del Cellatica: la cooperativa dei record

Una realtà, senza fini di lucro nata ufficialmente settant’anni fa, ma che affonda le radici in una tradizione di oltre 2mila anni, visto che le prime tracce documentate di produzione vitivinicola sul territorio risalgono addirittura al primo secolo Dopo Cristo.

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Una bottiglia di vino Cellatica, foto da ufficio stampa

E’ una delle pochissime cooperative vitivinicole rimaste in provincia di Brescia e in Lombardia. E’ nata nel lontano 1952 ed è stata la prima Doc della Franciacorta riservata esclusivamente a un vino rosso: il decreto istitutivo, infatti, è del 14 aprile 1968, pochi mesi dopo del Franciacorta Doc che però includeva anche bianco fermo e spumante. Da quell’anno – caso rarissimo in Italia – ha vinificato tutte le annate. Ed oggi è di fatto il principale ambasciatore delle uve rosse autoctone della Franciacorta.

Parliamo della Cooperativa vitivinicola Cellatica Gussago, guidata dall’imprenditore Mauro Tognoli. Una realtà, senza fini di lucro nata ufficialmente settant’anni fa, ma che affonda le radici in una tradizione di oltre 2mila anni, visto che le prime tracce documentate di produzione vitivinicola sul territorio risalgono addirittura al primo secolo Dopo Cristo.

Oggi la Cooperativa produce circa 150mila bottiglie (circa 12mila quelle di rosso Cellatica) destinate in gran parte a consumatori e ristoranti del territorio, ma negli ultimi anni – sotto l’impulso di Tognoli – il Cellatica ha ottenuto un crescendo di riconoscimenti e di attenzione anche fuori dai confini della leonessa. Merito del grande lavoro fatto per rafforzare il brand e i canali distributivi, mantenendo un rapporto strettissimo con il territorio e con i soci (una 50ina), aumentando senza eccessi i livelli produttivi e puntando sempre di più sulla qualità del prodotto.

“Tutelare il Cellatica Doc – ribadisce Tognoli, interpellato da BsNews.it – significa tutelare il territorio, le sue tradizioni e decine di piccoli produttori. Ma anche proteggere le varietà autoctone della Franciacorta, valorizzare i terrazzamenti dei colli di Cellatica e preservare il gusto tipico dei vini rossi della tradizione bresciana. Il nostro obiettivo è far crescere ancora e far conoscere a sempre più persone questa eccellenza”.

Mauro Tognoli, foto da ufficio stampa

E il sindaco di Cellatica Marco Marini gli dà ragione. “Per noi la Cooperativa è motivo d’orgoglio”, spiega, “parliamo di una realtà importante e radicata, nata 70 anni fa da tanti piccoli proprietari che con lungimiranza hanno deciso di gestire al meglio i propri prodotti. E tra questi c’era anche una figura importante per Cellatica e la provincia di Brescia, come Cesare Trebeschi. L’ente guidato da Tognoli”, continua, “rappresenta un valore aggiunto, oltre che un punto di incontro fisico per la cittadinanza in cui abbiamo già promosso eventi e che vogliamo valorizzare ulteriormente”.

COOPERATIVA CELLATICA, LA STORIA

Da quasi duemila anni il territorio di Cellatica è strettamente legato alla viticoltura. Le tracce più antiche di produzione vitivinicola a Cellatica risalgono addirittura al primo secolo d.C., come testimoniano i vinaccioli di Vitis vinifera ritrovati in alcune tombe di età Giulio-Claudia. Questi vinaccioli rappresentano un segno inequivocabile che il vino era già prodotto dalle popolazioni locali e formava parte della loro alimentazione quotidiana.

Nel Medioevo la zona di Cellatica era ricca di possedimenti monastici: proprio in questo periodo nacque il toponimo “Cellatica”, dal latino cella, ossia “piccolo deposito”, con ogni probabilità in riferimento alle cantine dei monasteri locali. A testimonianza della bontà del vino prodotto in questo territorio, dagli archivi diocesani di Brescia è emerso che, per la sua qualità eccelsa, ai fini del calcolo della decima il vinum sclavum di Cellatica era valutato più del vino proveniente dalle zone limitrofe. Una qualità garantita dal terroir di Cellatica: eccellente esposizione solare, suoli argilloso-calcarei e know how vitivinicolo della popolazione locale.

Nel Rinascimento il vino di Cellatica raggiunse l’apice della celebrità: autori rinomati come Andrea Bacci e Teofilo Folengo citano la “Vernaccia di Cellatica” tra i vini più ricercati a Roma, a Milano e in Germania. Andrea Bacci, in particolare, era medico personale del papa Pio V e registrò la presenza abituale del Cellatica sulla mensa del Pontefice. Una destinazione di tutto rispetto per il vino dei colli di Cellatica.

In epoca moderna Cellatica venne annoverata dal patriota iseano Gabriele Rosa tra i paesi con “le più belle e grandi cantine della Lombardia”, mentre nel 1911 Arturo Marescalchi posizionò il Cellatica tra i migliori vini della regione. Nel 1914, appena prima della Grande Guerra, i vini di Cellatica prodotti dalla Congregazione Apostolica di Carità vinsero diversi premi a livello nazionale. Questi riconoscimenti certificarono che Cellatica aveva resistito con tenacia alle nuove minacce alla viticoltura di fine XIX secolo, come fillossera, peronospora e oidio.

Nell’aprile 1968, a coronamento di un percorso di selezione dei vigneti e di modernizzazione delle pratiche enologiche, nacque il Cellatica DOC, un vino rosso da uve Marzemino, Barbera, Schiava gentile e Incrocio Terzi, disponibile anche in versione “Superiore” con affinamento più lungo (almeno un anno prima della messa in commercio).  Il Cellatica DOC è quindi tra le denominazioni più antiche della Lombardia.

Ad oggi il Cellatica rimane il principale ambasciatore delle uve rosse autoctone della Franciacorta: i suoi caratteristici sentori di piccoli frutti rossi lo rendono immediatamente distinguibile dai blend di vitigni internazionali. Come può testimoniare chiunque l’abbia mai assaggiato, il gusto del Cellatica DOC è inconfondibile e difficilmente si dimentica.

Il principale produttore di Cellatica DOC Superiore è la Cooperativa Vitivinicola Cellatica-Gussago, che ha vinificato (caso unico) tutte le annate di questa DOC a partire dal 1968, vincendo numerosi premi e continuando a presentare questa denominazione sulle principali guide nazionali. Attualmente la Cooperativa sta puntando molto sul Cellatica come vino rosso di punta del territorio, investendo su qualità e comunicazione del prodotto. Recentemente il Cellatica DOC Superiore della Cooperativa è stato anche ospite della Galleria delle Regioni dello stand di Confagricoltura a Vinitaly 2024, in qualità di rappresentante della viticoltura lombarda.

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