La coppia di medici bresciani bloccata in Nuova Caledonia, arcipelago situato nel sud dell’Oceano Pacifico, a causa della violenta rivolta scoppiata nelle scorse settimane, è riuscita a raggiungere Noumea, la capitale del Paese. Mentre il presidente francese avrebbe espresso l’intenzione di ritardare l’approvazione della legge che estenderebbe il diritto di voto ai nuovi abitanti dell’arcipelago, norma che ha
scatenato l’ondata di proteste, si sblocca la situazione per i molti turisti costretti a rimanere nell’arcipelago. Tra questi anche Luciano Corda e Sara Spandrio, che si trovavano in Nuova Caledonia per far visita al figlio Massimo, anche lui medico e in servizio sul posto per il sistema sanitario francese. I due si erano recati sull’isola di Ouvea per una gita di un paio di giorni quando la rivolta ha provocato la chiusura degli aeroporti.
Proprio in concomitanza con l’arrivo a Noumea del presidente francese Macron, poco meno di un centinaio di persone è stato recuperato con un volo civile dalle isole minori e riportato sull’isola maggiore. Intanto anche altri Paesi hanno iniziato le operazioni di rimpatrio dei propri cittadini.
