“Camminate sui tacchi: ma non nel nome delle donne” | ♦ LETTERE A BSNEWS.IT
Caro direttore,
un’amica ha reagito alla notizia della Camminata sui tacchi promossa dalla civica Brescia Davvero per Rolfi, (cito) “a sostegno dell’empowerment femminile” dicendo: “Sarebbe più dignitoso che non si occupassero di noi”. E in effetti è così. Non basta essere donne per occuparsi di parità, a dire il vero essere donne non è nemmeno un requisito.
Non basta essere donne perché per immaginare e attuare delle politiche che sappiano concretamente dare alla maggioranza della popolazione i diritti che le spettano non è un gioco. C’è da studiare, da formarsi, da confrontare situazioni di altri stati, da contare i numeri del gender gap. Non che non si possa anche organizzare qualcosa di leggero per promuovere una cultura della parità, ma questa è un’iniziativa che non diverte le donne, ma le svilisce. Questo evento va infatti a rafforzare l’identità stereotipata di femminilità che esattamente contraria al bisogno delle donne di oggi: promuovere una camminata coi tacchi significa proprio affermare che le donne devono mettersi i tacchi, così come devono tingersi i capelli bianchi o vestirsi in un certo modo, se vogliono essere gradevoli agli occhi degli uomini. E allora non occupatevi di noi, non fatelo nel nome delle donne, perché per noi non c’è un canone da rispettare, rivendichiamo con forza la libertà di essere ciò che ci fa stare bene, non ciò che è funzionale ad altro. Mentre Casa delle donne di Brescia mobilita le associazioni per manifestare solidarietà alle donne e al popolo che, in altri stati, lottano contro la violazione della libertà, la lista civica a sostegno di Rolfi chiede alle donne di sfilare una mattina coi tacchi e fare una colazione insieme, come se l’identità femminile sia una questione di eleganza e tacchi a spillo.
Essere donne non è neanche un requisito per occuparsi di parità, anzi è importante cercare alleanze con uomini che hanno a cuore lo stesso obiettivo. Quindi mi chiedo: se ci fossero degli uomini che volessero partecipare alla camminata coi tacchi? “Aperto a tutte le donne bresciane” recita l’invito. Quindi no, non potrebbero parteciparvi. Gli uomini possono farsi attendere al bar, per la colazione.
È tutto sbagliato: la lettura dell’esigenza, l’idea di come risolverla, le persone alle quali rivolgersi. Spero che Brescia sappia riconoscere la gravità del gesto e indirizzare, di conseguenza, la sua fiducia.
Anna Frattini, Candidata al Consiglio Comunale nella lista del Partito Democratico