All’Ospedale di Desenzano da settembre la dotazione strumentale si è arricchita di un nuovo sistema di mappaggio che consentirà di trattare aritmie più complesse, e di riconoscere, in caso di recidive, il punto critico non raggiunto precedentemente.
“Già dal mese di marzo nel nostro Presidio è in uso uno di questi sistemi per il trattamento di gran parte delle aritmie – commenta Giosuè Mascioli, direttore della Struttura Complessa di Cardiologia e Utic, dell’Ospedale di Desenzano. Le aritmie cardiache trovano sempre più frequentemente una soluzione definitiva da un trattamento “non farmacologico” ossia tramite l’ablazione. Nel corso degli anni questa tecnica interventistica ha raggiunto un livello di efficacia e di sicurezza che supera decisamente quella dei farmaci antiaritmici. Se prendiamo un’aritmia molto diffusa come la fibrillazione atriale con la procedura interventistica avremo una possibilità di guarigione in quasi l’85% dei casi, una percentuale molto elevata se si pensa che l’efficacia dei farmaci varia tra il 35 e il 60%, a seconda del tipo di farmaco usato. In più si può riscontrare una maggiore accuratezza nella diagnosi e quindi nel successo dell’intervento, con una netta riduzione dei tempi procedurali”.
“Il dottor Mascioli vanta una grandissima esperienza nelle ablazioni delle aritmie, con il macchinario recentemente acquisito dalla nostra direzione proprio per sviluppare questo tipo di interventi, ha svolto più di 150 procedure, ed è tra i primi tre operatori europei con maggior esperienza nell’utilizzo di questo macchinario. Un vanto per il nostro ospedale che da tempo investe sia in risorse umane che in tecnologie sempre più avanzate – commenta Mario Alparone, Direttore Generale dell’ASST Garda”.
Ogni sistema di mappaggio ha il grande vantaggio di permettere all’operatore di visualizzare le sonde all’interno del cuore ricostruito in 3D riducendo al minimo l’esposizione del paziente e degli operatori di sala ai raggi X della fluoroscopia, diminuendo così il rischio di sviluppare patologie legate alla radioesposizione.
Con l’evoluzione della tecnologia si è passati a sistemi accurati e precisi che permettono oltre alla ricostruzione anatomica di implementare mappe funzionali che descrivono l’origine della tachicardia in corso agevolando il medico nel visualizzare il punto dove andare ad ablare riportando in ritmo sinusale il paziente. Si possono avere altresì mappe di voltaggio che descrivono il grado di patologia del tessuto cardiaco, indispensabile per conoscere il substrato aritmico soprattutto in pazienti con pregressi IMA o con storie cardiopatiche importanti.
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