🔴 Elezioni politiche: cosa dicono i risultati rispetto alle comunali di Brescia

Le variabili sono due, e non da poco. La prima è che ci sono ancora molti mesi (e un governo) prima del voto per il sindaco del Comune di Brescia. La seconda è che il nome del candidato di centrosinistra non è noto, così come il perimetro dell’alleanza che lo sosterrà. Con queste incognite, però, le elezioni politiche di ieri sembrano mandare un messaggio piuttosto chiaro ai partiti: il centrosinistra, in caso di accordo con il terzo polo, partirà – sulla carta – nuovamente in vantaggio nelle comunali del prossimo anno.

La sfida del 2023, probabilmente, sarà comunque un po’ più difficile di quella di cinque anni fa per la maggioranza uscente. Ma non certo a causa dello spostamento di voto nazionale, visto che l’area politica del centrosinistra (in cui pescano anche i terzopolisti) rimane maggioritaria in città. Decisivi saranno tre fattori: le alleanze (in particolare quella con Calenda e, meno scontata, con i renziani, oltre alla capacità di coinvolgimento del cosiddetto mondo civico) e il candidato sindaco scelto dal Pd, visto che nel 2018 il sindaco uscente aveva spostato da solo migliaia di voti (dai 4mila ai 9mila, secondo alcune stime) e, stavolta, dall’altra parte c’è un nome ritenuto forte (il leghista Fabio Rolfi, sempre che Fratelli d’Italia non si metta in mezzo dopo il successo).

I NUMERI DELLE POLITICHE 2022

In queste votazioni, infatti, Pd e alleati hanno ottenuto in città 32.800 voti (uninominale camera), contro i 42.000 voti dell’alleanza di centrodestra, i 13.000 del terzo polo e i quasi 7.000 voti dei cinquestelle. Insomma: centrosinistra e terzo polo (anche se l’accordo con i renziani non è ancora scontato) valgono potenzialmente già oggi più del centrodestra. E le cose non cambiano al Senato (uninominale u08, città), dove addirittura la somma di Pd+alleati (32.700) e terzopolo (13.000) supera di 5mila voti il centrodestra (40.000).

VEDI TABELLA CON PERCENTUALI CAMERA 2022 IN CALCE AL PEZZO.

COME ERA ANDATA CINQUE ANNI FA?

Il Pd alle politiche 2018 aveva preso gli stessi voti delle comunali, quasi 27mila. Ma, nella corsa per la Loggia, oltre 17mila voti in più li avevano portati a casa le altre liste (soprattutto le civiche) pro Emilio Del Bono e il candidato stesso per un TOTALE COALIZIONE di 44.000 VOTI, mentre alle politiche erano state solo 6mila le preferenze delle liste di centrosinistra alleate del Pd, per un TOTALE DI COALIZIONE di 33.500 voti. Il fattore locale, insomma, era stato decisivo e in voti di differenza tra comunali e m5s (i cinquestelle avevano ricevuto 4.300 preferenze nel voto per la città e 18.000 alle concomitanti politiche) erano andati in gran parte al centrosinistra.

Paola Vilardi, per il centrodestra, aveva invece ottenuto alle comunali poco più di 31MILA VOTI. Ma alle politiche le proporzioni erano sostanzialmente invertite. Simona Bordonali (centrodestra) aveva infatti ottenuto 42.700 VOTI contro i 33.500 di Antonio Vivenzi (Pd e alleati).

VEDI TABELLA CON PERCENTUALI CAMERA 2018 E COMUNALI 2018 IN CALCE AL PEZZO.

I RISULTATI DELLE POLITICHE NEL 2018 IN CITTA’ (VOTO PER LA CAMERA)

I RISULTATI DELLE COMUNALI NEL 2018 IN CITTA’ (PRIMO TURNO)

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