🟢 Linotto: il Metaverso? E’ “solo” l’estensione digitale della realtà | *️⃣ L’INTERVISTA
Si parla sempre più spesso di metaverso: un’estensione virtuale del mondo reale dove le persone possono interagire attraverso un avatar ma quali sono le reali prospettive che possono essere oggi realizzate. Ne parliamo con Matteo Linotto, imprenditore del settore digitale e amministratore in Neosperience Spa, la società bresciana che recentemente ha vinto il premio Interactive Key Awards grazie al progetto “Home of the future“.
L’INTERVISTA A MATTEO LINOTTO
DOMANDA – Che cos’è il Metaverso ?
RISPOSTA – “Su questa definizione bisogna soffermarsi perché esistono molti punti di vista. Oggi il metaverso è una parola chiave nel mondo della comunicazione e con questa parola si indica la possibile evoluzione futura del web verso ambienti immersivi, tridimensionali e dinamiche che mirano a riprodurre nel digitale quanto accade nella realtà. Tale visione è assolutamente predicibile ma non è affatto una novità. Molti sociologi come il famoso Marshall McLuhan già negli anni 60 individuavano nei media l’estensione naturale della sensorialità umana. Cosa può “estendere il nostro essere” più di un ambiente digitale dove si riproducono le dinamiche fisiche?”.
D – Come oggi il metaverso può essere utilizzato ?
R – “Oggi queste tecnologie sono in fase di crescita e non c’è una ricetta universale per tutti i contesti. Certamente le organizzazioni pubbliche e private possono utilizzare “spazi digitali 3D” rispondendo ad alcune logiche: 1) Rappresentare in modo tridimensionale prodotti e dinamiche di servizio. Si pensi a realizzare un ambiente tridimensionale che in grado di mostrare un prodotto industriale durevole; 2) Fare incontrare una community di persone in un ambiente che consenta una conversazione più evoluta rispetto a quella di una chat. Pensiamo ad un gruppo di tifosi che potrebbe trovarsi insieme su un “divano virtuale” a vedere la partita della propria squadra del cuore; 3) Consentire di estendere la propria “self-expression” attraverso il digitale. Una persona potrebbe invitare amici nella propria stanza virtuale dove si trova la sua collezione di opere d’arte acquistate che certamente esprime aspetti, anche profondi, del proprio animo”.
D – Il metaverso è basato sugli ambienti tridimensionali?
R – “All’interno degli stessi ambienti tridimensionali saranno sempre più necessarie delle tecnologie quali i sistemi basati sull’intelligenza artificiale con cui dialogare in linguaggio naturale facendo domande e risposte e sistemi di autenticazione degli asset digitali come i non-fungible token. Ricordo che il non-fungible token (NFT) rappresenta l’atto di proprietà e il certificato di autenticità di un bene sia digitale che fisico ed è realizzato attraverso blockchain.. Un brand importante potrebbe ad esempio vendere tramite gli NFT i disegni tecnici che raffigurano i suoi prodotti più iconici. Questo in senso lato rappresenta l’evoluzione verso il paradigma del web 3.0”.
D – Come potremmo definire il concetto di web 3.0?
R – “Anche in questo caso esistono diverse prospettive che vanno tutte però nella direzione di concepire un’evoluzione del web e degli ambienti digitali che oggi conosciamo.
Il web 3.0 è un contenitore che in prima battuta vede il web diventare un database che può essere attinto da una serie di applicazioni per creare servizi a valore. In questa linea anche il concetto del “web semantico” dove i documenti pubblicati sono associati ad informazioni e dati che ne specificano il contesto semantico in un formato adatto all’interrogazione e alla loro interpretazione: ne consegue che sistemi di intelligenza artificiale possono avere a disposizione dati chiari che vengono poi usati e trasformati in informazioni.
L’evoluzione del web dal concetto di pagina a spazio tridimensionale è come detto un trend prevedibile ma deve essere di volta in volta razionalizzato perchè lo spazio tridimensionale è utile quando porta un vero valore aggiunto. Un’azienda che produce macchinari o impianti potrebbe organizzare la formazione all’utilizzo del suo prodotto interagendo in un ambiente virtuale: questo è un utilizzo a valore. Entrare in “uno spazio 3D” per visionare un semplice filmato o leggere un testo invece non rappresenta un grande valore rispetto alla navigazione sulla pagina web.Tutti questi dati ed elementi digitali possono essere autenticati tramite blockchain e aprire quindi nuove dinamiche di business”.
D – Si parla spesso della blockchain come una prospettiva con conseguenze molto impattanti sulla nostra società?
R – “Attraverso la blockchain può nascere un’economia parallela dove asset digitali autenticati possono essere scambiati e valere tanto quanto quelli fisici. Anche qui io ritengo che ci siano innumerevoli esempi più o meno pragmatici da valutare “caso per caso”. Personalmente ad oggi non comprerei un terreno virtuale ma certamente potrei investire del denaro in un’opera d’arte digitale autenticata attraverso NFT. Tra quale anno gli scenari potranno essere sorprendenti. Gli impatti sulla società sono innumerevoli e molteplici e forse è la fantascienza che ci ha già offerto esempi di “futuri plausibili” immaginando mondi dove una persona vive in un ambiente virtuale parallelamente al mondo fisico”.
D – In futuro il metaverso potrà affiancarsi alla realtà fisica?
R – “Solo il futuro ci dirà quale dinamica prenderà piede. La riflessione che pongo già oggi è che cos’è la realtà ? È più reale una partita di carte al bar o una sfida a distanza attraverso il proprio videogame preferito. In entrambi i casi secondo me ci sono emozioni reali e può nascere anche una familiarità e un senso di aggregazione tra i partecipanti.In fondo anche in un ambiente digitale molte persone cercano alla fine un’esperienza umana quindi reale. Oramai prima di entrare in un ristorante la maggioranza delle persone cerca un riscontro tra le recensioni online e la fiducia, che è un’emozione reale, dipende spesso più da queste recensioni che dai consigli dei nostri amici. Secondo alcuni ricercatori nel Nord America già oggi il 39% delle nuove coppie eterosessuali si formerebbe a partire da “primi contatti” avvenuti online. Per quanto concerne le coppie omosessuali, sempre nel Nord America, la percentuale sarebbe addirittura il 69%. Io penso quindi che già oggi il mondo digitale possa essere un’espansione delle dinamiche umane. Non dimentichiamo infine che la tecnologia digitale non si limita a restare “dietro gli schermi” ma entra nel mondo fisico: Mark Wieser parlava già nel 1988 di “Ubiquiutous computing” mostrando il paradigma di una tecnologia diffusa nell’ambiente fisico”.
D – Come oggi un’azienda può trasformare queste nuove tecnologie in un valore?
R – “Un’azienda è un’organizzazione orientata al profitto che attraverso la strategia ed il marketing ha come missione quella di far crescere nel tempo ricavi e marginalità. In ossequio a questa definizione deve prima di tutto essere consapevole della reale potenzialità che oggi il digitale offre e deve analizzare e comprendere come queste possono supportare il suo obiettivo realizzando un “business plan” del suo percorso verso la trasformazione digitale.
Esistono alcuni passi imprescindibili:
> Raccogliere più dati dai propri clienti per conoscere il mercato;
> Implementare nuove dinamiche e servizi attraverso la propria piattaforma digitale;
> Collegare il canale digitale ai processi di vendita perchè quel che accade banalmente in una fiera fisica ha la stessa importanza anche se avviene attraverso un touchpoint virtuale;
> Formare i propri collaboratori all’uso delle nuove dinamiche perchè non c’è innovazione se non c’è un trasferimento di conoscenza alle persone;
> Infine fare un serio ragionamento sull’implementazione di nuovi modelli di business che permettono di trasformare sempre più oggi prodotti manifatturieri in servizi. Un nuovo modello di business che spesso parte anche dall’allargamento del proprio portafoglio di offerta nell’ottica di marketplace”.
D – Le tecnologie del metaverso e del web 3.0 possono anche realizzare scopi etici e sociali?
R – “Un’organizzazione può realizzare una strategia sociale attraverso la tecnologia toccando temi come la sostenibilità e permettendo di tracciare e quindi promuovere comportamenti ecosostenibili o legati al benessere della persona. In senso opposto una dittatura potrebbe anche utilizzare l’intelligenza artificiale per aumentare il livello di controllo sociale sulla sua comunità. La tecnologia è solo lo strumento che può catalizzare numerose dinamiche. Quel che importa è la volontà di chi la utilizza: per questo c’è anche la necessità di formare una sorta di etica digitale diffusa”.
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