🌳 Ecco le 7 richieste di Legambiente per Brescia 2022 (e oltre)
Mobilità, rifiuti, caso Caffaro e non solo. Il direttivo di Legambiente Brescia – guidato da Danilo Scaramella – ha presentato questa mattina i suoi desiderata e le sue proposte per il 2022.
“Riteniamo – si legge in una nota _ che ci si debba concentrare invece su rinnovabili, efficientamento energetico, mobilità sostenibile, riprogettazione delle città e dei processi produttivi. Il lavoro da fare è immenso; per questo nemmeno un euro può essere sprecato in progetti fantasiosi e bisogna necessariamente partire dal locale andando ad agire su ogni aspetto della nostra vita”. Di seguito pubblichiamo in forma integrale le sette richieste di Legambiente per Brescia.
LE 7 RICHIESTE DI LEGAMBIENTE BRESCIA
1 – Brescia capitale italiana della cultura 2023 e candidata a capitale verde europea 2024
Entrambi gli appuntamenti richiedono un notevole impegno da parte dell’amministrazione/città. Non è pensabile una capitale della cultura, oggi, che non sia anche capitale della cultura ambientale.
Perché Brescia abbia chance reali nella competizione come capitale verde Europea è indispensabile che questa diventi una sfida di cambiamento dell’intera città: amministrazione, cittadini, aziende, associazioni. Occorre una progettazione strategica integrata, con obiettivi sovraordinati rispetto agli interventi settoriali e appropriati meccanismi di valutazione, monitoraggio, partecipazione. Una visione chiara e centrata sulla risoluzione di alcuni nodi strutturali, come l’efficientamento energetico, la riqualificazione urbana, la riduzione dei rifiuti e l’eccessivo uso dell’automobile in ambito urbano e periurbano.
Per Brescia Capitale della cultura ci aspettiamo almeno che spariscano i cassonetti dal centro storico e che si limiti drasticamente l’ingresso di auto in centro. Sarà possibile ad esempio riservare il parcheggio di Piazza Vittoria solo ai residenti ? Sono decenni che lo chiediamo !
2- Mobilità
L’amministrazione ha introdotto due iniziative importanti: l’avvio dello studio del Biciplan e l’avvio della progettazione della linea di tram T2 (obiettivo messa in esercizio: 2029). Sono entrambe iniziative positive che sosteniamo. Per quanto riguarda la realizzazione della linea tram, come per quanto sarebbe dovuto avvenire per la metropolitana, riteniamo che la scelta di una infrastruttura molto costosa (oltre 350 milioni di €) debba inquadrarsi in una modifica sostanziale della mobilità cittadina. Non ci si può accontentare di una previsione di riduzione di pochi punti percentuali del traffico veicolare che poi regolarmente non si avvera. All’incremento e al miglioramento dell’offerta di mobilità pubblica occorre affiancare una migliore disciplina di circolazione e sosta, introducendo limitazioni più vincolanti all’ingresso dei veicoli inquinanti per fasce concentriche della città (come Area B e Area C a Milano) e impiegare più coerentemente la pianificazione urbanistica per scoraggiare il traffico di origine sia extraurbana che urbana. Il Biciplan, unitamente alla realizzazione di vaste Isole Ambientali, può costituire il necessario complemento e completamento di una decisa modifica delle modalità di compiere spostamenti in ambito urbano. Entrambi richiedono però adeguate risorse, una pianificazione coerente a livello cittadino e una forte azione di sensibilizzazione e educazione della cittadinanza. In quest’ottica riteniamo positiva anche l’avvio della riqualificazione della zona di via Veneto.
Abbiamo manifestato seri dubbi sull’opportunità di realizzare “l’ascensore” per il Castello fortemente voluto dalla Regione al di fuori di ogni logica programmatoria, in assenza di analisi costi/benefici, in assenza di un piano di gestione dell’impianto e dell’intera area del Colle Cidneo che attualmente è un “parcheggio improprio” al servizio del centro storico.
Ribadiamo con forza l’urgenza di dotare la città di un ufficio di Mobility Management di area all’altezza delle sfide di un agglomerato urbano di più di mezzo milione di residenti.
In evidenza in questi giorni le ipotesi di prolungamento della metropolitana oltre i confini comunali (economicamente poco credibile) e l’utilizzo delle linee ferroviarie esistenti, come la Brescia Iseo Edolo. Per quanto riguarda l’utilizzo previsto dalla Regione di treni ad idrogeno su questa linea, troviamo più corretta e più vantaggiosa l’elettrificazione della linea e l’utilizzo di normali treni con motrice elettrica.
3- Energia
Il processo di decarbonizzazione del teleriscaldamento, in corso con la sospensione dell’uso del carbone, il recupero di calore dei fumi del TU, da Alfa Acciai e Ori Martin così come la realizzazione dei grandi serbatoi di accumulo dell’energia prodotta sono sicuramente passaggi importanti.
Confermiamo l’idea che sia necessario il blocco all’ ulteriore espansione della rete del teleriscaldamento ed una progressiva transizione verso altre forme di produzione dell’energia termica con maggior efficienza energetica (voci correlate: riduzione dei rifiuti, efficientamento degli edifici).
Con una petizione del 2019 abbiamo chiesto l’attivazione di un “ufficio energia” che costituisca il punto di forza per tutte le competenze che fanno capo al Comune nel settore energetico (dai controlli sulle caldaie, alle verifiche degli interventi di riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati alla promozione di comunità energetiche).
L’approvazione del PAESC costituisce un tassello importante delle politiche energetiche, che però deve trovare attuazione concreta.
Abbiamo proposto nell’ambito del PAESC anche la promozione di comunità energetiche per la condivisione della produzione di energia elettrica da fotovoltaico.
Sul tavolo la realizzazione di grandi impianti fotovoltaici: a2a vorrebbe realizzarlo nell’ex Ideal Standard, riteniamo più corretto l’utilizzo della copertura dei capannoni artigianali.
Non ha trovato soluzione il problema delle certificazioni energetiche per gli edifici di Brescia collegati al teleriscaldamento falsate da un fattore di conversione dichiarato da a2a molto basso e non giustificato nonostante le nostre reiterate richieste. Oltre a falsare le certificazioni energetiche questo fattore demotiva all’avvio di interventi seri di recupero energetico dei fabbricati sulla carta virtuosi, ma nella realtà energivori.
4 – Rifiuti
Per ridurre la produzione di rifiuti e i costi di gestione, l’eliminazione dei cassonetti, la raccolta porta a porta integrale e la tariffazione puntuale devono diventare da subito la scelta strategica. Riteniamo assurdo e anacronistico il mantenimento dei cassonetti. A valle di questa scelta si possono produrre cambiamenti virtuosi, come la riduzione degli imballaggi e l’organizzazione di filiere virtuose di utilizzo degli scarti di produzione.
5 – Caffaro
L’avvio dell’intervento per la messa in sicurezza del sito Caffaro è un evento fondamentale per la qualità ambientale della nostra città. Siamo allarmati per il degrado del PCB in componenti più solubili nel terreno e con maggior rischio di contaminazione delle falde e di ripercussioni sulla catena alimentare ed ecologica.
Per le aree agricole contaminate nel sito d’interesse nazionale abbiamo sostenuto la realizzazione di un bosco urbano con funzione di recupero del terreno contaminato e di accumulo di CO2 e mitigazione ambientale di peso cittadino.
Il Comune dovrebbe farsi carico anche dell’avvio di un processo, partecipato dai proprietari, di recupero dei giardini e degli orti privati, collocati nel SIN. Ci sono poi interventi di coordinamento e incentivazione, di cui il Comune può farsi promotore: chiediamo che anche in questo caso si vada oltre la gestione emergenziale, peraltro fortemente in ritardo.
6 – Parco regionale
Il Parco delle colline ha mostrato in questi anni la sua fragilità e inconsistenza con scarsa tutela dei sentieri, ma soprattutto con un inesistente coinvolgimento della popolazione e della comunità scientifica bresciana. Un possibile riferimento potrebbe essere il Museo di Scienze, per il cui completo rinnovamento, non solo in senso edilizio, è necessario coinvolgere istituzioni scientifiche solide, a partire dagli Atenei cittadini.
L’idea di istituire un Parco di cintura urbana che comprenda, oltre le colline, la zona delle cave, le aree agricole a sud della città, il monte Netto e l’asta del fiume Mella, costituisce la prospettiva di cui chiederemo al Comune di Brescia di farsi portatore e proponente principale. È indispensabile la creazione di un Parco partecipato dalla cittadinanza e non una mera entità burocratico/amministrativa.
7 –Depuratore del Garda
Il nostro Circolo non è direttamente impegnato nella questione di competenza di altri Circoli della provincia. Condividiamo l’idea che ogni bacino idrografico debba gestire sul proprio territorio il ciclo dell’acqua e quindi della depurazione. È fondamentale che ogni scelta vada supportata da una rigorosa analisi di costi/benefici sia di tipo economico che ambientale, senza ricorrere ad improvvisazioni.
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