Natale 2021, a tavola ogni famiglia bresciana spenderà 560 euro

Spesa stimata per l’enogastronomia di qualità locale: le famiglie bresciane a dicembre spenderanno 305 milioni di euro (erano 325 lo scorso anno)

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Cibo - foto vivienviv0 da Pixabay
Cibo - foto vivienviv0 da Pixabay

Per il cibo e i prodotti alimentari di qualità non si bada a spese. O meglio si bada a spese, soprattutto quest’anno, ma quando si sceglie lo si fa con un occhio di riguardo verso i prodotti locali, tipici, artigianali e di qualità. Specie per quelli natalizi. Sulle tavole, e non solo, dei bresciani, nonostante i rincari di gas, luce e carburanti, resta elevata la spesa media stimata delle famiglie in prodotti locali di qualità e tipici del Natale, con segnali di ripresa nell’ultimo trimestre, come emerge dall’ultima analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato dedicata al valore artigiano per i consumi di Natale. Si stima che per l’enogastronomia di qualità locale le oltre 535mila famiglie bresciane a dicembre  spenderanno complessivamente 305 milioni di euro, che equivalgono ad una spesa media a famiglia di circa 560 euro (545.413 famiglie, 1 milione 266mila abitanti: fonte Istat 2019).

Lo scorso anno – fa sapere una nota di Confartigianato Brescia – la cifra era di 325 milioni. Una spesa che oggi arriva a 468 milioni se si calcolano anche 163 milioni di prodotti e servizi artigiani. I consumi si consolidano nel terzo trimestre 2021 con la spesa delle famiglie che sale del 4,9% rispetto al trimestre precedente, consolidando la crescita congiunturale del 5,2% del secondo trimestre. Nei primi nove mesi del 2021 – secondo il Rapporto di Confartigianato – il valore delle vendite al dettaglio ha recuperato i livelli dello stesso periodo del 2019, precedente lo scoppio della pandemia. Nel lavoro dell’Ufficio Studi di Confartigianato vengono presi a riferimento la spesa relativa ai regali di Natali: a partire dai prodotti alimentari e le bevande, ai prodotti maggiormente scelti come regalo e realizzati dalle nostre imprese artigiane. Perché si sa, le festività legate al Natale modificano notevolmente le abitudini di spesa dei consumatori: considerando il triennio 2018-2020, nel mese di dicembre si registra un valore delle vendite al dettaglio superiore del 25% rispetto alla media annuale. Pasticceria, salumi, bevande e dolci della ricorrenza in primis. «Rischio rincari, ma cresce la voglia di prodotti artigianali bresciani grazie ad una maggior consapevolezza nelle scelte degli acquisti: più prodotti artigianali e più qualità. L’enogastronomia, in particolare, si è affermata sia sulle tavole dei bresciani, sia conquistando una sempre più grande fetta di mercato italiano ed estero. Paga la qualità e l’artigianalità, sinonimo di ricercatezza e non solo di tradizione» così il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti.

L’artigianato nei settori dell’offerta tipica del Natale

Sono 304mila le imprese artigiane italiane che operano nei 47 settori in cui si realizzano prodotti e servizi che possono essere regalati in occasione del Natale, 50.276 in Lombardia e 7.335 le imprese coinvolte nella sola provincia di Brescia (il 26,6% sul totale dell’artigianato) e occupano 24.556 addetti nei settori di offerta di prodotti e servizi tipici del Natale: oltre al settore enogastronomia, l’artigianato artistico, cosmetica e benessere, moda, arredo e tanto altro. Di queste, sono 1.419 le imprese artigiane bresciane nei soli settori alimentare, bevande e ristorazione coinvolte maggiormente nei consumi natalizi. Dietro a ristorazione e cibi d’asporto (783), il mondo per eccellenza del Natale: la produzione da forno, pasticcerie, panifici e gelaterie con 641 imprese, seguite da 39 produttori di pasta, 22 di conserve, conservazione e lavorazione carne, 21 dell’artigianato lattiero-caseario, 17 per birrai, vini e distillerie, 14 imprese nella lavorazione di tè, caffé, cacao e spezie.

Scegliere prodotti e servizi realizzati da imprese artigiane e micro piccole imprese locali vuol dire sostenere non solo l’impresa, l’imprenditore, i suoi dipendenti, e quindi le loro famiglie, ma anche contribuire alla trasmissione della cultura cristallizzata nel sapere artigiano nonché al benessere della comunità. Anche per questo, Confartigianato lancia quest’anno un “decalogo” con dieci buoni motivi per comprare artigiano: artigianalità basata sul valore del lavoro, ascolto del cliente e personalizzazione del prodotto, alta qualità delle materie prime e dei prodotti realizzati, cultura secolare della manifattura artistica e della rielaborazione dei materiali, prodotti ad alta creatività, innovazione e originalità, prodotti ben fatti, con lavorazioni a regola d’arte, consulenza e supporto diretto per installazioni e riparazioni, artigianato focalizzato sulla domanda di prossimità, con una conoscenza del mercato del locale, remunerazione del lavoro sul territorio e gettito fiscale in Italia necessario per garantire il sistema di welfare.

«Tra prodotti D.O.P. e I.G.P. in Lombardia la nostra provincia è in testa con 14 prodotti a testimonianza di come l’orientamento alla qualità e allo sviluppo delle tradizioni del territorio sia particolarmente elevato. ll settore alimentare rappresenta un asset fondamentale non solo per la nostra economia ma anche per valorizzare tradizioni e culture locali. Questi dati sono la conferma che i bresciani continuino a scegliere di portare in tavola le produzioni agroalimentari tipiche di qualità. Una soddisfazione ed un impegno a proseguire a sostegno di questa importante filiera, sia sul mercato interno, sia verso l’esportazione negli altri paesi» conclude il presidente Eugenio Massetti.

Ma se il Natale è alle porte, lo è anche il rischio del “caro panettone”. L’impennata dei costi di energia e materie prime ha avuto un primo impatto sui costi di produzione dei dolci natalizi. Lo testimonia il presidente dei panificatori di Confartigianato Brescia e Lombardia Ruggero Guagni, titolare dell’omonima forneria e pasticceria di Roccafranca: «Un anno condizionato dall’aumento dei costi delle materie arrivato anche a doppia cifra per farina e burro, su del 10%, semola con rincari del 40%, canditi, nocciole e uvetta persino di difficile reperimento e, sempre più care le forme per la cottura dei panettoni e le scatole per il loro confezionamento, con altrettanti problemi di approvvigionamento per chi non li ha ordinati per tempo. Per ora possiamo garantire i prezzi invariati perché abbiamo utilizzato le scorte di magazzino, ma a breve, con i nuovi rifornimenti, sarà difficile non rialzarli, visti gli aumenti che stiamo subendo, nonostante come categoria siamo contenti delle ordinazioni in corso, persino crescenti rispetto allo scorso anno». Categoria, quella dei panificatori, da sempre vicina al territorio e alle tante iniziative di solidarietà, come la Giornata del Pane 2021 appena conclusa, realizzata in collaborazione la Caritas di Brescia. Così, come agli onori della cronaca di questo viaggio nei sapori dell’artigianato natalizio, non può mancare di segnalare che è bresciano il miglior pandoro artigianale d’Italia: ad ottenere il prestigioso titolo l’associato di Confartigianato Imprese Brescia, Oscar Pagani, titolare della forneria “Non Solo Pane” di Palazzolo sull’Oglio, che si è aggiudicato la medaglia d’oro nella competizione Mastro Panettone nella categoria Pandoro artigianale, sbaragliando 20 finalisti e un totale di 280 concorrenti da tutta Italia. «Un prestigioso e meritato premio per un dolce espressione di grande tradizione e che da sempre presta massima attenzione alla qualità dei suoi ingredienti. L’impegno e la dedizione di Pagani è stato premiato riconoscendovi meritatamente quella qualità tipica dei prodotti freschi artigianali, tornata con forza nei gusti e sulle tavole degli italiani, sempre più esigenti nei gusti e nelle varianti, ma ancora legati alla tradizione» il plauso di Confartigianato per il premio di Pagani.


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