Caro direttore, il Gruppo Camozzi se ne va dalla Città della cultura 2023. Quando, con la mia solita faccia tosta da provinciale che vuole interessarsi delle cose più grandi di lui, ne scrissi proponendo di puntare le carte maggiori e migliori sul fare di Brescia una vera città universitaria investendo soprattutto sulla facoltà di ingegneria per farla crescere fino a farla diventare la capitale della cultura ingegneristica, ne ebbi un paio di messaggi sottovoce di approvazione ed una di secca autorevole rabbuffata perché “lei non sa neppure di che parla!” Va bene così: non ho nessuna ambizione di dettare compiti; ho solo l’ambizione di dire sempre la mia, venga resa nota o no.
Ed oggi riprendo l’argomento perché il Gruppo Camozzi se ne è andato definitivamente da Brescia, anche se l’abbandono della nostra città cominciò quando il Centro Ricerche Camozzi e l’Academy andarono a Milano. Mi spiace come bresciano ed ancor più come lumezzanese, perché è a Lumezzane che i tre ragazzi bergamaschi, cominciarono la loro impresa, sempre tenuti concordi dalla forte personalità di Attilio, l’unico Cavaliere del Lavoro di Lumezzane, partito dal nulla, che ha sempre investito nell’azienda e non nei sicuri BOT, come fecero altri cavalieri. Dei tre conobbi meglio Attilio, (quella settimana della primavera del ‘77, a Parigi, con l’allegra brigata dei coscritti del ’37…) i cui occhi, sempre in movimento, vivi, attenti, ne palesavano l’intelligenza e la vivacità; Geronimo e Luigi, schivi non amando apparire, ne erano il supporto non solo morale e penso continuino ad esserlo per l’attuale presidente.
Certo, quando il Gruppo Camozzi prese la decisione sulla sede del Centro Ricerche Attilio i suoi dirigenti si saranno guardati attorno: cosa vogliamo fare? cosa ci serve? e l’internalizzazione? e le collaborazioni intellettuali e tecniche? quali le più promettenti e consolidate? Conclusero che la collaborazione la trovarono al Politecnico di Milano, senza farsi affascinare dal nome e dalla storia.
Questa è quindi la storia di una gran fetta della cultura di Brescia che se ne è andata perché Brescia è una città “per bene”, e basta lì!
Per il 2022 andremo a Procida, dove “La Cultura non isola” e il cui dossier ha convinto più di quelli delle altre nove città concorrenti. Brescia, in società con Bergamo, non ha avuto concorrenti per il 2023: le è bastato il CoviD. Ma di certo il dossier è in avanzato stato di stesura.
Gentile Direttore , la ringrazio per la cortese attenzione e le auguro buona salute e buon lavoro.
Elio Marniga
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