Tre stranieri (due donne ed un uomo) sono stati denunciati questa settimana dalla Polizia stradale per aver cercato di barare all’esame di teoria per la patente di guida attraverso strumenti elettronici nascosti sotto il vestiario.
Il sistema architettato dai tre era molto articolato. Sul viso, infatti, utilizzavano due mascherine incollate tra loro, all’interno delle quali era posizionata una microcamera, attraverso cui venivano trasmesse a un complice le domande dell’esame.
Da tempo la Polizia stradale sta monitorando gli esami della Motorizzazione e i vari tentativi di superare l’esame con aiuti esterni. In particolare, da qualche mese, la Motorizzazione si è dotata di pettorine usa e getta per coprire l’obiettivo di eventuali telecamere posizionate sullo sterno degli esaminandi. Ma le organizzazioni criminali che aiutano gli aspiranti patentati continuano ad aggiornarsi, spinte da un business che rende dai 500 ai 5mila euro per ogni esame.
Tra i trucchi utilizzati si segnalano gomitiere con apparecchi elettronici nascosti e orologi smartwatch. Ma l’esigenza di inquadrare per tutto il periodo dell’esame le domande sul monitor smaschera in molti casi i candidati, obbligandoli a posture anomale che destano sospetti. Da qui il nuovo raggiro delle mascherine con telecamere incorporate.
Dall’inizio dell’anno, segnala la Polizia, sono stati denunciati a piede libero 31 cittadini extracomunitari di diverse etnie e anche un italiano. Mentre nel 2019 i denunciati erano stati 46.
“Si tratta – informa la Polizia – di persone respinte diverse volte durante la prova teorica dell’esame di guida, nella maggioranza dei casi per problemi legati alla comprensione della lingua italiana. Quindi non comprendendo le domande si affidano a questo meccanismo per tentare di superare l’esame. Una volta che il candidato passa l’esame si ha sulla strada una persona che non comprende appieno il “linguaggio” stradale e quindi un soggetto potenzialmente pericoloso per la circolazione.
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