Due bresciani, operanti nel settore dei rottami metallici, sono stati arrestati dai carabinieri di Vobarno con l’accusa di aver emesso fatture false per ben 19 milioni di euro complessivi.
Uno degli “imprenditori” (un 36enne residente a Roè Volciano) – secondo quanto riferiscono alcune fonti – non possedeva nemmeno capannoni, mezzi e attrezzature per lavorare i metalli. Ma tra il 2018 e il 2019 il giovane avrebbe emesso ben 116 fatture per oltre 1,1 milioni di euro: soldi incassati e poi portati all’estero, pare. Sul conto di una ditta ungherese finiva anche il denaro di un uomo di Bagnolo Mella (56 anni), titolare di un’azienda a Sondrio, che – secondo l’accusa – era stata creata al solo scopo di emettere fatture false. A lui sono state contestate ben 382 ricevute, per un totale di 17 milioni di euro.
Nell’ambito delle indagini sono stati denunciati anche i titolari di un’azienda di Montichiari e, a vario titolo, altre 30 persone.
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