Ancora pedofili nella rete delle forze dell’ordine. E ancora una volta c’è un bresciano di mezzo. Dopo l‘operazione Scacco matto, che era arrivata da Catania fino alla leonessa, infatti, con l’operazione Cassandra è stato dato un altro colpo alle reti – virtuali e reali – che sfruttano minori a scopi sessuali.
Stavolta a guidare le indagini è stata la Procura di Venezia. E il bilancio è di 16 persone denunciate e/o arrestate, di cui alcune con precedenti specifici, per detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico. Tra questi c’è anche un 30enne residente nella nostra provincia, che a quanto pare aveva su computer e cellulari una grande quantità di filmati illeciti.
Gli scambi illeciti avvenivano in questo caso attraverso la rete di messaggistica Kik. Gli agenti della Polizia postale sono riusciti a risalire a chi c’era dietro i nickname utilizzati: le persone coinvolte hanno dai 23 ai 60 anni. In molti casi erano cosiddetti insospettabil. Ma il web non è bastato a garantire loro l’impunità.
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