Ok della Regione, ieri, ai test sierologici privati in screening non a carico Sistema santario regionale. I test costeranno 62 euro ciascuno e saranno riservati alle organizzazioni, dunque vietati ai singoli cittadini, che dovranno farsi carico dell’intera procedura.

“Il test sul singolo cittadino in forma autonoma non è utile e genera false aspettative”, ha spiegato assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, “per questo abbiamo previsto che sia possibile effettuarlo all’interno di una determinata comunità (es. aziende, Enti, ecc)”.

TEST SIEROLOGICI AI PRIVATI, COME FUNZIONANO

Chi lo propone – precisa una nota della Regione – dovrà occuparsi di tutto: di acquisire i test sierologici, trovare il laboratorio che li processi, spiegare al cittadino che il test è volontario, reperire i tamponi a cui sottoporre la persona qualora questa dovesse risultare positiva al test.

I laboratori pubblici e privati specializzati in Microbiologia e Virologia o con sezioni specializzate in Microbiologia e Virologia possono dunque erogare esami sierologici per anticorpi SARS-COV-2, con determinate caratteristiche di qualità e affidabilità. Mentre le Ats possono procedere all’integrazione dei contratti con gli erogatori individuando quale soglia minima di produzione l’attuale capacità produttiva, limitando la quota dell’incremento di produzione di ogni singolo erogatore per i privati al 20 per cento del totale.

Un’altra delibera approvata martedì 12 maggio stabilisce una tariffa di riferimento per l’acquisto dei tamponi pari a 62,89 euro.

LA PROCEDURA PER CHI INTENDE FARE I TEST

Nel caso in cui si intenda effettuare in uno specifico ambito collettivo (esempio ambiente di lavoro) un percorso di screening dei soggetti appartenenti a tale collettività, va data comunicazione ad Ats. Con le seguenti informazioni:
– il medico, responsabile per gli aspetti sanitari del percorso;
– il numero dei soggetti che si prevede di coinvolgere;
– il laboratorio che effettua il test rapido, qualora previsto come primo step;
– la documentazione relativa al test rapido che si intende utilizzare;
– il laboratorio che effettua il test sierologico con metodica CLIA o ELISA o equivalenti;
– la documentazione relativa al test sierologico con metodica CLIA o ELISA o equivalenti;
– la documentazione atta a comprovare di avere informato i soggetti coinvolti:
a) sul significato dello screening e dei test,
b) dell’invio dell’esito positivo del sierologico ad Ats,
c) dell’isolamento domiciliare a seguito di positività del sierologico con metodica CLIA o ELISA o equivalenti, fino all’esito negativo del test molecolare.
– la documentazione circa la volontarietà di adesione a tutto il percorso di screening e la modalità di trattamento dei dati sanitari;
– l’evidenza della disponibilità di test per la ricerca del genoma virale, acquisita oltre la quota che deve essere garantita dalla rete dei laboratori per COVID-19 per il SSR; tale quota deve essere pari ad almeno il 10% del numero di soggetti arruolati.
– La disponibilità può essere acquisita sia dai laboratori della rete lombarda dei laboratori per Covid 19 oppure al di fuori purché il laboratorio sia nella rete dei laboratori per l’effettuazione del test molecolare riconosciuti dal Ministero della Salute.
– I laboratori accreditati ed autorizzati inseriti nella rete lombarda dei laboratori per COVID-19 devono processare in via prioritaria i test secondo le indicazioni regionali e per quantitativi non inferiori a quelli che verranno definiti con apposita delibera indicante altresì la tariffa del test per la ricerca del genoma virale.