I pendolari forse storceranno il naso. E anche nell’ultimo anno sono numerosi gli articoli dedicati all’argomento. Ma la linea ferroviaria Brescia-Parma non è più nella top 10 delle peggiori d’Italia. A certificarlo è la nuova edizione di Pendolaria, la ricerca commissionata annualmente da Legambiente sulla qualità del servizio ferroviario italiano.

“Dal dossier – sottolinea Legambiente – si evince che il sistema ferroviario lombardo è sicuramente molto sviluppato rispetto al resto d’Italia, ma ancora oggi deve risolvere problemi decennali: il 53% delle linee è a binario unico, molte linee non sono elettrificate e le motrici viaggiano a diesel ed infine ad un costante aumento dei passeggeri non corrispondono un miglioramento della qualità del trasporto e del servizio”.

Un dato positivo è la riduzione dell’età dei treni in circolazione, con una media si 16,3 anni e il 46% dei 473 convogli circolanti in regione ha più di 15 anni, grazie ad una progressiva dismissione di quelli più vecchi e l’introduzione di nuovi mezzi. A gennaio, infatti, arriveranno i primi nuovi treni di Trenord, ne sono previsti 180 con 1 miliardo e 600 mila euro d’investimento, ma continuano a circolare convogli di oltre 30 anni di servizio, con punte di 45 soprattutto per quanto riguarda il materiale RFI.

Per quanto riguarda i tagli ai servizi, la Lombardia non ha operato una sforbiciata alle tratte previste sul territorio, come invece avvenuto in altre regioni, a fronte però di un aumento tariffario del 30,3%e di una riduzione di risorse a Milano sul trasporto pubblico locale per 3,6 milioni nel 2020oltre al contributo straordinario di 6milioni e 600mila.

Nelle dieci peggiori linee ferroviarie d’Italia, come detto, non c’è più la Brescia-Casalmaggiore-Parma (che fu “scelta” per le condizioni di semi-abbandonodella tratta, gli indici di affidabilità più bassidella regione e il materiale rotabile con un’età media superiore ai 30 anni). Quest’anno è la Milano-Chiasso a ricevere la maglia nera per il peggior servizio a causa del numero di ritardi e soppressioni senza preavviso registrati nell’arco dell’annoe del sovraffollamento dei treni: tra Seregno e Milano, infatti, viaggiano ogni giorno circa 40.000 utenti su un numero di convogli inadeguato perché questa linea si interseca a Seregno con la S9 (Saronno-Seregno-Milano-Albairate) che raccoglie altre 40mila persone, creando un collo di bottiglia tra Seregno e Milano che aggrava ulteriormente i problemi su entrambe le tratte.

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Redazione BsNews.it

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