Mentre Milano fa il bis e si aggiudica il primo gradino della classifica sulla Qualità della vita 2019 redatta dal Sole 24 Ore, Brescia sale di 27 posizioni rispetto allo scorso anno e guadagna il 12° posto.
Giunta alla trentesima edizione, l’indagine Qualità della vita 2019 è una versione extra large della tradizionale indagine che il Sole 24 ore realizza riguardo al benessere nei territori, su base provinciale: rispetto all’anno scorso, infatti, il numero di indicatori è aumentato da 42 a 90, divisi in sei macro aree tematiche che indagano altrettante componenti dello star bene. Le classifiche di tappa sono: “Ricchezza e consumi”, “Affari e lavoro”, “Ambiente e servizi”, “Demografia e società”, “Giustizia e sicurezza”, “Cultura e tempo libero”.
Milano vanta più record: oltre alla prima posizione nella classifica generale, ottiene anche il primato nella categoria “Affari e lavoro”, il secondo posto nella classifica di tappa “Ricchezza e consumi” e il terzo in “Cultura e tempo libero”. È negativa, invece, la performance in “Giustizia e sicurezza”: il capoluogo lombardo, con la sua provincia, si piazza in ultima posizione soprattutto per numero di reati denunciati e litigiosità. Un dato che potrebbe essere letto anche come segno che a Milano, a differenza di altre realtà geografiche, i cittadini denunciano di più i reati.
Per la macroarea “Ricchezza e consumi” la Leonessa si posiziona al 26esimo posto con 573,9 punti, mentre nella classifica che guarda ad “Ambiente e servizi” esce di poco dalla top 20.
Meno soddisfacente il posizionamento nella classifica “Giustizia e sicurezza” e pure in “Cultura e tempo libero (nel primo caso Brescia è al 61esimo posto, nel secondo al 43esimo).
Anche per la macroarea “Affari e lavoro” si deve andare fino al 29esimo gradino per trovare il capoluogo di provincia, che evidentemente si salva perchè nella classifica “Demografia e società” si piazza al secondo posto subito dopo Bolzano.
Al secondo e terzo posto, nella classifica generale 2019, ci sono Bolzano e Trento, seguite al quarto posto da Aosta. A spingerle sono i record “di tappa”, ovvero le macro aree tematiche di cui è composta la classifica generale: Aosta è prima in “Ricchezza e consumi”, Trento vince in “Ambiente e servizi” e Bolzano in “Demografia e società”. Per gli altri record di tappa, Oristano è prima in “Giustizia e sicurezza” e Rimini in “Cultura e Tempo libero”.
Nella top ten delle province più vivibili, dove si incontrano anche Trieste (5ª) e Treviso (8ª), quest’anno entra la provincia di Monza e Brianza, che sale di 17 posizioni fino alla sesta, Verona che ne guadagna sette e arriva al settimo posto e – a chiudere la top ten – Venezia e Parma che salgono rispettivamente di 25 e 19 piazzamenti.
I TREND 2019: Il Sud ancora in coda – Le grandi città in crescita
La coda della classifica è occupata dalle province del Sud: Caltanissetta occupa l’ultimo posto per la quarta volta nella storia dell’indice dopo le performance negative del 1995, nel 2000 e nel 2008. Foggia (105ª) e Crotone (106ª) la precedono di poco.
Se il caso di Milano è emblematico, questa classifica fotografa le performance positive di tutte le province delle grandi città: Roma, diciottesima, sale di tre posizioni rispetto alla classifica dello scorso anno. Napoli, pur essendo nella metà inferiore della classifica generale (81°), rispetto alla scorsa edizione della Qualità della vita ha all’attivo una salita di 13 posizioni. Sulla stessa linea le performance di Cagliari, che fa un balzo di 24 posizioni (20°), Genova sale di 11 gradini (45°), Firenze di sette (15°) e Torino è 33esima (+ 5 sul 2018). Infine, Bari mette a segno un incremento di 10 posizioni, raggiungendo il 67° posto. Bologna in calo pur restando nella parte alta della classifica al 14° posto.
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