Io sono antifascista perché antisocialista | di Sandro Belli
di Sandro Belli* – Ogni volta che leggo di personaggi importanti della sinistra che in passato hanno aderito al Partito Nazionale Fascista fino agli anni quaranta e ancor più durante la Repubblica di Salo’, confesso che mi stupisco e mi chiedo come è stato possibile passare così drasticamente ‘ dalla parte opposta ‘.
Sono convinto che nella vita cambiar opinione non sia un peccato grave e neppure un’illogicità, ma un po’ di stupore rimane. Leggere che Nilde Jotti era membro attivo dei fascisti emiliani nel 1941, che Norberto Bobbio a 32 anni riconfermo’ la sua fiducia a Mussolini anche dopo l’inizio della seconda guerra e dopo le leggi razziali, che Dario Fo era fervente repubblichino, che Pietro Ingrao si era lasciato affascinare dal verbo mussoliniano, ec..mi fa pensare: è stato un salto ideologico veramente assoluto, oppure un germe c’era, un germe neppur troppo irrilevante?
Rileggendo la storia, rianalizzando scritti e registrazioni del primo Mussolini, socialista, fortemente antiborghese e sopratutto antiliberale pare evidente che questa vena non si sia mai spenta. L’idea socialista antiliberale ha continuato a nutrire l’ anima e il corpo del fascismo; fascismo che poi ha percorso un’altra strada nella quale prima il populismo poi la dittatura hanno preso il sopravvento.( Detto per inciso purtroppo la vena socialista antiliberale anche in altri diversi contesti si è trasformata in dittatura, come nella tristissima esperienza sovietica)
L’antica posizione antiliberale e antiborghese dell’esordio mussoliniano è apparsa in vari individui divenuti poi personaggi rilevanti della sinistra, i quali, oltre a sparare a zero contro i vecchi colleghi di partito, continuano a sedere in cattedra, predicando democrazia e libertà.
Nessuno di loro è neppur avvicinabile a persone vere, come Piero Gobetti, che per fede ed amore nella libertà ha veramente contrastato fin dall’inizio l’antiliberalismo fascista. Da lui può venire una lezione di coerenza e moralità !Personalmente, nella modesta storia del mio pensiero politico, confesso che solo da poco mi sono accorto che il mio antifascismo, oltre che dai suggerimenti di mio padre, è dipeso dalla mia visione negativa del socialismo, di quell’anima antilibertaria che ha ispirato tanta parte della politica e della cultura italiana pre e post fascista. In altre parole sono ed ero antifascista perché sono ed ero antisocialista.
* Imprenditore