È di nuovo allarme smog. Da venerdì 15 febbraio, infatti, le centraline Arpa di Brescia hanno registrato livelli di pm10 oltre il limite dei 50 microgrammi per metro cubo per almeno cinque giornate consecutive.
Nessun provvedimento fino ad oggi, ma non si esclude – a meno di condizioni metereologiche che nelle prossime ore favoriscano la dispersione delle sostanze inquinanti – che proprio in questa giornata si decida per l’adozione delle limitazioni di primo livello previste dal piano interregionale antismog con il blocco del traffico riservato ai veicoli più inquinanti.
Intanto il Codacons, intendendo tutelare la collettività, presenta un esposto alla Procura della Repubblica per danno ambientale e violazione dell’art. 32 Cost. per violazione del diritto alla salute.
«Pur conoscendo le nuove regole regionali – scrive in una nota il Coordinamento – l’amministrazione bresciana deve intervenire preventivamente per arginare il problema imponendo limiti di velocità in città a 30 km/h, introducendo costi di accesso per chi vuole raggiungere il centro in auto, utilizzando autobus elettrici, rafforzando il servizio pubblico, consentendo l’accesso gratis alla metro nei giorni di superamento del livello massimo di pm10, costruendo piste ciclabili, favorendo il bike-sharing etc etc.. Il novero delle possibilià è assai ampio, tuttavia il torpore amministrativo continua, prova ne è lo smog che tortura la città.»
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