Discarica Castella, il Comune di Rezzato ricorre contro la Provincia
ll Comune di Rezzato, tramite il Sindaco Davide Giacomini, ha presentato nei giorni scorsi ricorso contro Provincia di Brescia e società La Castella s.r.l. per il decreto 4000 del Broletto (settore Ambiente), che il 26 novembre ha decretato la compatibilità ambientale del progetto di una discarica di rifiuti non pericolosi sita in località cascina Castella.
“L’area in cui è prevista la discarica – scrive il sindaco Giacomini – si situa immediatamente all’interno di un contesto densamente urbanizzato, caratterizzato dalla presenza di diverse attività antropiche e attività di gestione rifiuti di rilevante impatto ambientale, sia attive che dismesse, localizzate principalmente nei Comuni di Rezzato e Castenedolo”.
“L’area inoltre – continua il primo cittadino di Rezzato in una nota – é localizzata a meno di un chilometro di distanza da numerosi recettori sensibili, cascine e case utilizzate sia a scopo agricolo che zootecnico (C.na Torre Rezzato, C.na San Benedetto Brescia, C.na Goz Rezzato, C.na Camafame Brescia, Feniletto dei frati Rezzato, Loc. Buffalora Brescia, C.na Compasso Brescia, Cascina Curione Rezzato, C.na Vigna Brescia, Cascina Campagnina Brescia, Cascina Locatello Rezzato) e da un centro ricreativo, denominato spiaggia 91; a soli 700 mt di distanza dal Villaggio Buffalora, l’area residenziale più prossima al sito, e, rispettivamente, a 2100m e 2700m, dal centro abitato di Rezzato e di Castenedolo. Inoltre, a circa un chilometro dal confine dell’area interessata dal progetto vi sono tre centri sensibili: la Scuola Materna Bonomelli, la Scuola elementare Bellini e la Scuola media Tovini”.
“Il Comune di Rezzato – continua il testo – sottolinea anche che La Castella, nella previsione di un abbassamento ulteriore delle soglie di ammissibilità dell’insediamento di nuove discariche – che il nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti sta progressivamente abbassando nella consapevolezza della gravissima situazione di pericolo ambientale che sta emergendo sul territorio lombardo e su quello bresciano in particolare – si è “affrettata” a presentare un’istanza largamente incompleta e insufficiente a qualunque avvio dell’istruttoria, così da poter però fissare una data certa utile di inizio del procedimento anteriore a eventuali modifiche peggiorative per la sua richiesta; e, con la illegittima tolleranza della Provincia, si è poi potuta permettere, con una tempistica largamente superiore a quella stabilita dal TUA, di completare ciò che mancava nell’istanza iniziale”.
“Quel che è più grave, e che emerge in modo chiaro dai verbali delle conferenze di servizi, e in particolare dell’ultima – conclude la nota stampoa – è che, pur a fronte di supplementi documentali presentati in extremis dalla Proponente e indispensabile ai fini della decisione, non solo sono stati impropriamente tenuti in considerazione in sede di valutazione finale, ma soprattutto non è stata data la possibilità agli Enti e ai comitati, che pure lo chiedevano, di avere tempo sufficiente per poterli compiutamente esaminare e poter replicare”.